Di seguito vi propongo le dieci regole d’oro per raccontare le fiabe ai bambini in maniera che risultino interessanti e avventurose, per aiutarli ad affrontare piccole e grandi ansie.

Creare l’atmosfera

Un tempo le fiabe si raccontavano davanti al camino; il bagliore del fuoco creava una scenografia perfetta per entrare in un mondo incantato. In mancanza di un camino, possiamo servirci di una luce soffusa, di una musica di sottofondo, creando un ambiente calmo e silenzioso, e adattando un tono di voce caldo e anche un po’ misterioso. Quando il racconto lo richiede, possiamo battere i colpi sul tavolo e mimare con le mani il volo degli uccelli, il movimento delle onde, o pestare il piede a terra per indicare il passo cadenzato dell’orco che si avvicina…

Immedesimarsi

Non c’è niente di peggio che raccontare una fiaba solo per togliersi di torno il bambino, o leggere come se fosse il resoconto di una riunione di lavoro. Mentre si racconta, si deve credere profondamente a quello che si narra, e diventare di volta in volta il lupo, il porcellino e il vento. Sarà allora facile assumere il tono di voce, la gestualità, i movimenti degli occhi adatti alle vicende del racconto.

L’inizio e la chiusura: momenti cruciali

C’era una volta…”, “Viveva in un paese lontano…”, queste formule trasportano chi ascolta in un mondo di fantasia, dove potrà identificarsi pienamente nelle avventure del protagonista. La conclusione “… e vissero felici e contenti” non può essere cambiata. Nessuna fiaba finisce male. Tutte rassicurano il bambino sul fatto che, nonostante le peripezie, il protagonista vivrà poi felice e contento per il resto dei suoi giorni.

Stringere il bambino a sé

Durante l’ascolto della fiaba il bambino può essere colto da una sensazione di paura. Tenerlo stretto, stretto  vicino o in braccio lo aiuterà a seguire i percorsi più angoscianti dell’intreccio; al tempo stesso, sarà sicuro che le cose terribili successe ai protagonisti a lui non potranno accadere mai.

Non censurare le fiabe

Rivivendo le paure dei protagonisti il bambino si libera dalle proprie, purchè vi sia qualcuno vicino a lui, la storia sia ambientata in un lontano passato, in un paese a mille miglia di distanza e abbia un lieto fine. Se ritenete che qualche fiaba sia troppo “violenta” per il vostro piccolo, non raccontategliela.

Il lupo non è un killer

Bisogna evitare di modernizzare i simboli delle fiabe, che non vanno cambiati. Se il lupo di Cappuccetto rosso diventa improvvisamente un killer, il racconto diventa troppo simile a un mondo che il bambino conosce, molto più angosciante.

Non personalizzare

E’ possibile spiegare le parole difficili e rispondere alle domande del bambino, ma è meglio evitare di cambiare il nome dei protagonisti, o di far pensare che il protagonista della fiaba potrebbe essere lui. Non avrebbe più la possibilità di vivere nei panni di un altro le proprie paure ed emozioni.

Non dare spiegazioni razionali

La fiaba trasmette emozioni. Anche se il piccolo non sa spiegarle, le vive. Mai dire: “Sono tutte stupidaggini!” Se il bambino ci chiede: “Ma è proprio vero?” ricordate che le fiabe sono vere in quanto simboli. Non appartengono al mondo immediato che sperimentiamo con i nostri sensi, eppure descrivono un mondo interiore reale, che è quello che sogni.

Ripetere, ripetere, ripetere

Se la fiaba piace al bambino, significa che risponde a un suo bisogno profondo. Improvvisamente, non vorrà più sentirla: sarà il segnale che quel tipo di situazione ha smesso di interessarlo.

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Immagini:
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