La storia di Lorenzo Odone – nato nel 1978 e morto a 30 anni, nel 2008, a causa di una rara malattia degenerativa irreversibile chiamata Ald, Adrenoleucodistrofia, che conduce alla demielinizzazione e alla degenerazione del cervello – ha ispirato il famoso film del 1992 “L’olio di Lorenzo”, con Nick Nolte e Susan Sarandon. Il padre Augusto ha scoperto la malattia di Lorenzo nel 1984, quando è stata diagnosticata al bambino, che allora aveva sei anni.

Chi ne era affetto un tempo aveva due anni di vita. Ma Augusto e Michaela, americana di origine irlandese, madre di Lorenzo e seconda moglie di Augusto, non si sono arresi. Anzi, proprio da quel momento in avanti hanno cominciato a lottare per trovare una cura.

Augusto, laureato in legge, ha capito subito che per intendersi con i medici doveva essere in grado di parlare la loro stessa lingua, e così ha iniziato a studiare la malattia. E’ merito della sua forza e della sua insistenza, unite a quelle della moglie, se oggi una cura in grado di bloccare la malattia esiste, è l’olio di Lorenzo, appunto, a base di acido oleico e acido erucico, olio di oliva e olio di colza.

Augusto, originario di Acqui Terme, viveva a Roma ed era già sposato con due figli nel 1966, quando ha conosciuto a Milano Michaela. E’ stato subito un grande amore: insieme i due hanno abitato alle Comore i primi anni di vita di Lorenzo, per poi trasferirsi a Washington, dove al bambino è stata diagnosticata la malattia. Michaela è morta in pochi mesi per un tumore, nel 2000.

Augusto Odone, che oggi, a 78 anni, è tornato dopo un quarto di secolo a vivere in Italia, ad Acqui Terme, ha raccontato la storia d’amore sua, di Michaela e di Lorenzo in un libro intitolato “L’olio di Lorenzo”. E ci ricorda come, a volte, per ottenere l’impossibile sono sufficienti la tenacia e la forza d’animo; a lui non è servito essere medico né scenziato per trovare una cura alla malattia di Lorenzo, è stato sufficiente essere un papà.