Una mamma che lavora lo sa: prendersi del tempo al di fuori della famiglia e ritagliarsi uno spazio da protagonista oltre i bambini è un vero toccasana per la propria autostima. Lo dimostra anche uno studio americano: le mamme che lavorano sono più felici delle casalinghe. Tuttavia, pagano questa soddisfazione in termini di salute psico-fisica e di stress, dimostra un’altra indagine, sempre americana. Molti sono gli interrogativi e il dibattito è aperto.

Mamma, moglie, lavoratrice, donna

Lo studio della Michigan State University pubblicato sulla «American Sociological Review» svela che il vero problema sta nel fatto che per lavorare una mamma deve “moltiplicarsi”, dovendo seguire contemporaneamente diversi fronti: oltre al proprio lavoro, i bambini, la casa, il marito. Questa condizione di “multitasking” renderebbe le mamme lavoratrici più vulnerabili alle malattie, dall’influenza alle cardiopatie. E, visto che sono sempre di più le mamme che si ritrovano in questa situazione (in America sono raddoppiate dagli anni ’70), potrebbe essere un problema per il futuro in termini di costi sanitari.

Chi aiuta la mamma?

Questo studio ha rivelato anche che la mamma che lavora non è adeguatamente aiutata dal papà, eppure è su di lei che grava principalmente il peso dell’organizzazione domestica. I papà dovrebbero essere di maggiore aiuto, non solo in modo occasionale ed eccezionale (“lo faccio io se proprio tu non puoi…”), ma in maniera costante e propositiva. Inoltre, sarebbe utile insegnare ai propri figli a dare una mano in casa, limitatamente alla loro età. Così la mamma sente che la famiglia va avanti anche se lei non la “spinge” e questo la tranquillizza, riducendo il suo stress. Il rischio, infatti, è che alla fine una mamma decida di restare a casa dal lavoro, perché non ce la fa, soprattutto quando aumenta il numero dei figli.

Famiglia o lavoro?

Spesso la soddisfazione sul lavoro fa coppia con la frustrazione e il senso di colpa, perché lavorare ruba tempo alla famiglia e viceversa la famiglia ruba tempo al lavoro. Le cose si complicano ulteriormente da quando la tecnologia consente di portare il lavoro a casa, cosicché anche il tempo libero viene dedicato per due quinti al lavoro.

Viva il part-time!

Stress, mancanza di tempo libero, salute precaria: questi sono i problemi cui va incontro una mamma che lavora, eppure, secondo un altro studio americano pubblicato sul «Journal of Family Psychology» dall’Università del North Carolina, le mamme lavoratrici sono meno depresse delle casalinghe, soprattutto quelle che hanno il part-time, modalità ottimale per conciliare al meglio famiglia e lavoro. Le donne che restano a casa, infatti, si sentono socialmente isolate, mentre quelle che lavorano raccolgono nuovi stimoli e si sentono appagate dal loro ruolo economico.

Un conflitto insolubile?

La mamma che lavora è più felice, perché si sente appagata socialmente ed economicamente, dall’altra parte conciliare il lavoro con la casa e con la famiglia genera uno stress che si ripercuote negativamente sulla sua salute e il conflitto lavoro/figli le provoca senso di colpa. Come fare? Un maggiore aiuto da parte del partner e una maggiore sensibilità delle politiche del lavoro forse potrebbero ristabilire un po’ di equilibrio. La prima è una cosa potenzialmente semplice, al seconda molto meno. Intanto che il mondo si accorga delle mamme, date un’occhiata all’utilissima agenda per le mamme che vi abbiamo descritto in questo post.

(Fonte articolo: Corriere.it)

(Fonte immagine: Spaziomamma.com)