Un tempo in Italia la gravidanza di una donna che non era sposata era vissuta con grande imbarazzo (e in alcune zone, oppure tra le persone di una certa età questo imbarazzo si percepisce ancora). Si teneva nascosta, si organizzavano nozze riparatrici quanto prima, qualche volta si faceva passare una nascita a termine per una pre-termine, per assicurare gli altri che la virtù della donna era salva, che non aveva avuto rapporti pre-matrimoniali.

Molte cose sono cambiate oggi: tante coppie preferiscono provare a convivere prima di sposarsi, vogliono verificare che il rapporto sia solido e che funzioni anche nella quotidianità. A volte succede quando uno dei due è già stato sposato, è scottato dalla prima esperienza, e preferisce andare cauto nella seconda. Ma sempre più spesso questo avviene anche tra persone che non hanno avuto precedenti matrimoni.

Capita allora che la donna rimanga incinta, volutamente o casualmente: alcune decidono di sposarsi durante la gravidanza, senza però nascondere la pancia, anzi mostrandola con orgoglio. Altre aspettano ancora, rinviano le nozze a quando il bambino sarà nato, organizzano poi un’unica cerimonia per battesimo e matrimonio (in tempi di crisi una scelta saggia), oppure aspettano che cresca, impari a camminare, e magari possa partecipare attivamente alle nozze, portando agli sposi le fedi. Qualcuno preferisce invece non sposarsi mai, nonostante l’arrivo di uno più figli. Insomma, molte sono le varianti possibili, ogni coppia oggi in genere sceglie con maggiore libertà, senza risentire come una volta di pesanti condizionamenti esterni.

E qui arriviamo al quesito che ci siamo posti e vi poniamo: è giusto sposarsi per i figli?

Secondo la mia opinione, in linea di principio non è giusto. Scegliendo le nozze esclusivamente per i figli si è ancora vittime, a mio avviso, di condizionamenti esterni, come un tempo. Ci si dovrebbe sposare, almeno in chiesa, solo se si crede entrambi nel sacramento del matrimonio. Un figlio è sempe un figlio, che sia nato da una convivenza, o da qualunque tipo di nozze. Purtroppo però questo principio non è ancora valido per la legge italiana. Come abbiamo scritto in un precedente post, infatti, i figli nati da convivenza vengono definiti naturali e i loro diritti non sono ancora interamente equiparati a quelli dei figli legittimi, nati da matrimonio.

La differenza sostanziale è che un figlio naturale ha legami di parentela esclusivamente con i nonni – oltre che con i genitori e i fratelli ovviamente – dal punto di vista giuridico; non può quindi ereditare nulla da zii, né cugini, a differenza dei figli legittimi, che ereditano fino al sesto grado di parentela. Il famoso zio d’America che lascia un’eredità inaspettata, insomma, a noi figli legittimi potrebbe sempre capitare, anche se l’eventualità è rara, ma per un figlio naturale questo è impossibile.  L’eredità spetterebbe solo ai legittimi.

A nulla sono valsi finora i tentativi di alcuni politici di equiparare i figli naturali ai legittimi, anche da un punto di vista lessicale. Un disegno di legge di questo tipo attende di essere convertito in legge, ma potrebbero passare ancora molti anni perché a tutti i figli vengano garantiti gli stessi diritti. Pertanto, fino a quel momento la mia posizione sarà diversa: in Italia, per il momento, è ancora giusto sposarsi per i figli.

Voi cosa ne dite?

Immagine: www.viaggiomania.it