Ci lamentiamo tanto del fatto che i giovani non leggono, o leggono poco o male, che quando mio figlio di otto anni, una sera di qualche settimana fa, mi ha chiesto di poter leggere nel suo letto prima di dormire, mi si è letteralmente aperto il cuore! Sono un’insegnante e grosso è stato il rischio che io tendessi a fare la “maestra” nei confronti di mio figlio…

Dico “è stato” perché, consapevole di questa mia possibile deformazione professionale, sono stata molto attenta a far si che la scuola fosse il più possibile una realtà tutta sua. Questo non vuol dire che io non mi interessi ai suoi compiti, alle sue giornate di lezione, alle sue verifiche, alle sue domande o richieste di aiuto, ma significa che cerco gradatamente di far crescere in lui un’autonomia, proporzionata naturalmente ai suoi anni, nella gestione della scuola.

Sono un’insegnante ma anche, o forse soprattutto, una grande amante della lettura, quindi quando mio figlio ha cominciato a saper leggere mi sarebbe molto piaciuto vederlo assorto nelle pagine di un bel libro (in tutti questi anni ho io letto a lui moltissimo!).

Ma questo non è accaduto – almeno non subito – e continuavo quindi a ripetermi: “Non lo forzare, non lo obbligare, perché altrimenti non amerà mai leggere, se lo vive come un’imposizione”.

Sono forse stata fortunata, ma così sta andando… vedo sempre più spesso mio figlio col naso in  un libro, e questo forse perché quello che vive in casa vale molto di più di cento consigli… e, più importante, la constatazione vale ben oltre la lettura.