Una delle prime visite del neonato dopo il rientro a casa è quella dello screening ecografico dell’anca che  viene effettuato, generalmente,  entro il 2° mese di vita del bambino, per verificare che non vi sia la presenza di displasia dell’anca, cioè di un anomalo sviluppo e conformazione dell’articolazione coxo-femorale che tende a lussarsi.

Il fine di questa diagnosi precoce è facilitare con tempestività il processo terapeutico, che sarà di competenza del medico ortopedico pediatrico. Il genitore collabora attivamente nell’esecuzione dell’esame, che è totalmente indolore, mantenendo il neonato nella posizione richiesta. Anche se “piccoli inconvenienti” possono capitare. Non allarmatevi. Quando il mio pupetto ha fatto l’esame, il gel per l’ecografia era freddo e ciò ha provocato una “doccia” al dottore!

I fattori di rischio sono una gravidanza podalica, segni di una scorretta postura intrauterina (anomalie del piede, del collo, ecc…), una ridotta capacità di divaricare le cosce, abduzione asimmetrica, familiarità per displasia dell’anca.
Un interessante studio del medico ortopedico J.Büschelberger sostiene che per l’inserimento ideale della testa del femore nell’acetabolo, risulta ideale un’ apertura del femore rispetto alla linea media del corpo di 40° (80° tra le due cosce) e contemporaneamente una posizione seduta di ca. 100°.
Questi dati coincidono con i risultati delle ricerche di E.Kirkilionis, rispetto alla posizione divaricata-seduta del bambino sul fianco della madre. Questa posizione seduta-divaricata viene “spontanea” perché è innata al neonato.

In uno studio specifico sono stati misurati i valori di apertura e seduta delle gambe del bambino seduto sul fianco della madre. Il bambino ottiene un’apertura delle gambe di ca. 45° ( cioé 90° tra le due cosce) !  Le cosce venivano contratte (sedute) da 90-110°, max. 120°.
Comparando i valori dei due studi si nota una  sorprendente congruità e questo è una prova che l’anatomia delle anche del neonato è predisposta per essere portato! Da tempi remoti, seduto e portato sul fianco dell’adulto, si pratica così, inconsapevolmente, profilassi ortopedica !

Il portare diventa quindi una valida alternativa terapeutica e di profilassi nel caso di displasia dell’anca che trova sempre più consensi anche da parte della medicina.  Non bisogna inoltre dimenticare che le articolazioni dell’anca di un bambino portato sul fianco non solo vengono tenuti fermi nella posizione ottimale. Ogni passo effettuato da chi porta trasmette sulle articolazioni dell’anca del bambino, soprattutto se portato sul fianco, uno stimolo motorio che ne favorisce lo sviluppo corretto, perché le parti ancora cartilaginosi vengono maggiormente irrorati di sangue a differenza del bambino tenuto fermo.
Chi usa abitualmente la fascia per i neonati, non potrà che trovare una motivazione in più per continuare e chi no lo fa potrebbe avere voglia di cominciare!

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