Le olive sono particolarmente gustose. Rappresentano uno dei cibi principali della dieta mediterranea. Si consumano come aperitivo, negli antipasti e come ingredienti nelle insalate, nei primi, nei secondi e nei prodotti da forno (pane, focaccia, pizza, crackers ecc..). È quindi quanto mai opportuno saper valutare il loro apporto nutrizionale e calorico per decidere se mangiarle in gravidanza?

Olive in gravidanza: si possono mangiare?

Le olive contengono apprezzabili quantità di antiossidanti (polifenoli, betacarotene, vitamina E) oltre a ferro, calcio, potassio, magnesio e sodio. Le olive contengono inoltre apprezzabili quantità di fibre (3-4%) e modeste quantità di proteine (1-2%) e di zuccheri.

Sono un alimento facilmente digeribile, quindi il contributo di nutrienti viene rapidamente assorbito dal corpo e possono essere tranquillamente consumate durante la gravidanza.

Alcuni studi hanno riscontrato anche che, se consumate durante la gestazione, le olive, grazie alle loro proprietà antiossidanti, sono in grado anche di proteggono il bambino, una volta nato, da alcune allergie e asma. L’unico accorgimento importante è di non mangiare olive troppo salate che possono far aumentare la pressione arteriosa.

Olive in salamoia in gravidanza

Altro elemento da tenere sotto controllo soprattutto in gravidanza e se si soffre di ritenzione idrica è la percentuale di sodio che varia in funzione al tipo di lavorazione:

  • è maggiore nelle olive conservate in salamoia o sotto sale
  • è minore nelle olive cotte al forno.

Le olive in salamoia possono contribuire ad alzare la pressione arteriosa della futura mamma. Per questo è meglio non mangiarle o sciacquarle per bene, in modo da eliminare l’eccesso di sale. Ovviamente se vengono inserite in un’insalata occorre diminuire o eliminare il quantitativo di sale aggiuntivo.

Olive

Toxoplasmosi

La toxoplasmosi è un’infezione particolarmente pericolosa se contratta durante una gravidanza.
Ha infatti conseguenze molto pericolose per il feto tanto da provocare l’aborto o il parto pretermine. Ed inoltre può causare danni celebrali al nascituro.

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L’infezione è causata da un parassita, il Toxoplasma Gondii. Il parassita può infettare molti animali (mammiferi, uccelli, rettili, molluschi) e può trasmettersi da un animale all’altro attraverso l’alimentazione con carne infetta. Oppure dal contatto con le feci o con la terra in cui abbia defecato un animale infetto.

Proprio per  questo motivo i salumi specie quelli crudi, sono alimenti sconsigliati in gravidanza, così come il pesce crudo. Ma anche frutta e verdura se non lavate accuratamente e consumate crude possono diventare veicolo di trasmissione dell’infezione.

Le olive per questo devono essere quindi consumate cotte o comunque in salamoia.

Gli alimenti in gravidanza ed il cibo in gravidanza devono rispettare alcune regole e consigli alimentari fondamentali per il benessere sia di noi mamme che dei nostri bambini. Quindi controlliamoci e coccoliamoci preferendo menu in gravidanza costituiti da cibi sani e leggeri preparati in modo semplice e sicuro.

 

Olive in gravidanza
Come mangiare le olive durante la gravidanza

Le olive durante la gravidanza possono essere mangiate tranquillamente. Ma se assaggiandole ci rendiamo conto che il sale aggiunto è davvero eccessivo, è consigliabile tenerle a bagno in una ciotola con dell’acqua fredda, per almeno qualche ora, prima di mangiarle.

Il valore nutrizionale delle olive è di tutto rispetto, soprattutto per il loro contenuto di grassi monoinsaturi.

La percentuale di grasso nelle olive varia mediamente dal 15 per cento delle olive verdi al 25 per cento delle olive nere. 

I grassi monoinsaturi (75% circa del totale) e i polinsaturi (10% del totale) presenti nelle olive tendono ad abbassare il colesterolo totale e a innalzarne la frazione buona (HDL), prevenendo così la formazione delle placche aterosclerotiche e più in generale le malattie cardiovascolari. Grazie al loro contenuto di antiossidanti le olive svolgono un’azione protettiva nei confronti dei danni causati dei radicali liberi e sono pertanto un valido aiuto nella prevenzione dell’invecchiamento, in particolare a carico della pelle: grazie al betacarotene (precursore della vitamina A) sono ottime contro cedimenti e smagliature. Infine, migliorano la funzione detossificante del fegato e promuovono la motilità.

Come usarle in una dieta

In un regime alimentare da da 1500 calorie l’apporto equilibrato di olio extravergine di oliva è di 3 cucchiaini (150 kcal):

  • 100 g di olive verdi in scatola (non in salamoia, parte edibile) apportano circa 115 Calorie, prevalentemente sotto forma di lipidi.

È possibile “barattare” le 50 kcal di un cucchiaino d’olio con un analogo valore calorico fornito però da olive che corrispondono ad esempio 8 olive verdi medie oppure 6 medie nere.