Spesso si sente questa affermazione: fare il genitore è il lavoro più difficile. Un lavoro di cura che non ha un corrispondente di fatturazione, ma un grande onere. Pensiamo alle notti in bianco per coliche, incubi, febbre… ma non è che l’inizio! Il “bello” arriva dopo con le incertezze su come crescere ed educare i nostri bambini…

Quel che è certo, è che non si sa mai bene come comportarsi: “Qual è la cosa da fare in questa circostanza? Come mi devo comportare? Funzionerà?”. La sensazione, spesso, è quella di sbagliare, qualunque cosa si faccia!

Sicuramente i fattori di complessità della nostra società sono tanti e con una invasione di stimoli esterni più forte rispetto a due decenni fa. Ma era difficile per i nostri nonni così come lo è per noi. Perché?

Difficile esaurire in poche righe un argomento così ampio, ma alcuni punti possiamo tentare di trattarli: modelli genitoriali di riferimento, autocritica, stile genitoriale, progetto.

Modelli genitoriali di riferimento

Ognuno di noi è stato figlio, quindi, ha incontrato dei genitori che si porta dentro come modelli, ma prendere consapevolezza e comprendere che potrebbero anche aver commesso degli errori, accettarlo e lavorare su di sé per non ripeterli; non è facile.

Autocritica

Avere il coraggio di interrogarci e chiederci se il nostro agire dipende da paura, ansia o da altre emozioni ci mette a nudo e ci permette di poter cambiare rotta, così come riconoscere ed accettare i nostri fallimenti.

Stile genitoriale

Una volta individuata la carica emotiva dentro alle nostre scelte genitoriali, si può trovare uno stile che ci caratterizzi. Si può essere autoritari, permissivi, iperprotettivi, trascuranti o autorevoli. Per riconoscere uno stile, bisogna che entrambi i genitori si guardino singolarmente e poi si confrontino per raddrizzare la vela della loro barca. Qui emergeranno le differenze delle famiglie che li hanno fatti diventare adulti e le caratteristiche individuali. È necessario esserne consapevoli e cercare il meglio per i propri figli, anche nelle situazioni di separazione.

Progetto educativo

Avere un progetto con obiettivi in comune sarà la svolta decisiva della nostra azione di genitori. Il progetto deve essere riconosciuto e condiviso da tutte le figure genitoriali, anche in caso di famiglie allargate e o ricomposte e va pensato a favore dei figli, ognuno diverso dall’altro. Il progetto educativo per eccellenza vuole che il proprio figlio sia in grado di lasciare spazio alla sua libertà, sia autonomo. Diverso da ciò che a volte si vorrebbe.

Articolo a cura della Dott.ssa Umberta Montesano. Dopo la Laurea in Scienze dell’Educazione si occupa di formazione degli insegnanti e approfondisce la sua formazione con due master di secondo livello: Esperto in interventi psicologici nella scuola e Management scolastico. Psicopedagogista, assessor per l’intelligenza emotiva, applicatrice Feuerstein, insegnante, formatrice, è titolare dello Studio di Consulenze Pedagogiche Montesano.