Il pianto del neonato rappresenta una forma di comunicazione primaria dei suoi primi giorni di vita.

Attraverso di esso infatti, il bambino e la bambina nel primo periodo della loro vita esprimono esigenzesentimenti.

Considerare il pianto una forma di comunicazione per richiamare l’attenzione dei genitori ne cambia la prospettiva. Non tutti i pianti devono preoccupare.

Piange: perché?

Il pianto del neonato va interpretato, ogni bambino avrà il suo specifico linguaggio primario. Lo utilizzerà per esprimere i propri specifici e personali bisogni:

  • nutrimento, 
  • aiuto, 
  • protezione,
  • conforto,
  • nervosismo generale. Ricordiamo sempre che anche lo stato d’animo dei familiari può essere causa del pianto. Il neonato percepisce il nostro stato d’animo, l’eccessivo nervosismo o l’ansietà possono trasmettersi facilmente.

È quindi importante imparare ad ascoltarlo e ad interpretarlo correttamente. Soprattutto quando il pianto diventa incontrollabile e inconsalabile. Che cosa ci sta dicendo il nostro piccolo?

neonato

Pianto del neonato: che fare?

Al primo vagito  molti neo-genitori corrono dal neonato. E questo è un atteggiamento comprensibile. L’apprensione e la preoccupazione per le condizioni del piccolo sono sempre ragionevoli. 

Il consiglio dei pediatri è però, soprattutto nei primi giorni quello di attendere alcuni istanti prima di intervenire per cercare di capirne le motivazioni.

Il neonato ha bisogno di sviluppare la propria “voce”, di esprimersi e comunicare.

Ascoltando le caratteristiche del pianto, in particolare il suo timbro, la sua intensità e durata, si possono ricavare tante informazioni.

Molto schematicamente si possono individuare:

– Il pianto da fame: il cui l’inizio è a bassa intensità per poi divenire più forte e ritmico;

– Il pianto da dolore: intenso, forte fin dall’inizio e prolungato nel tempo con, a seguire, una fase di silenzio e presenza di singhiozzi alternati a brevi inspirazioni;

– Il pianto da collera: simile al pianto da fame, ma con tonalità più bassa ed intensità costante.

Quando ci si deve preoccupare

Le preoccupazioni insorgono nel caso in cui un bambino, di solito tranquillo, piange forte ed a lungo senza un motivo evidente e correggibile. 

Quando provandole tutte, abbracci, coccole, ciuccio, poppata, abbigliamento, pannolino, colichette, non si riesce ad arrestare.

Misurate la febbre e poi chiamate il pediatra curante per individuare cause possibili di fastidio o dolore.

Come tranquillizzare il neonato 

L’unico consiglio che vi diamo è non perdere la pazienza. Sappiamo che non sarà facile.

 

pianto neonato

Ma non urlate. Il neonato vi ascolta.

Non è colpa di nessuno. Ne vostra né del piccolo.

Provate a tranquillizzarvi reciprocamente. Voi volete che il piccolo smetta di urlare e lui non ci riesce. Avete entrambi paura.

E ricordate non scuotetelo mai, potreste provocare danni irreparabili.

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