Quando la terra trema, non si sa chi sarà inghiottito e ucciso, né chi si salverà. Quando la terra trema, non resta che fuggire, e pregare, se si ha una fede, pregare e fuggire. La terra ha tremato più volte nel corso degli ultimi tre giorni nella provincia dell’Aquila, in Abruzzo, scatenando forti scosse sismiche che hanno causato finora quasi trecento morti, più di mille feriti e una ventina di dispersi. Ha inghiottito e ucciso un’intera famiglia, composta da papà, mamma, un piccolo di due anni e un bebé in arrivo. Ha tolto la vita a una mamma e ai suoi due figli, che lei aveva tentato invano di proteggere con un abbraccio. Ha risparmiato invece una bambina di due anni, protetta dal corpo senza vita della sua mamma, avvinghiata a lei nell’estremo tentativo di salvarla. Ha portato via moglie e figlio di nove anni a un medico.

In tanta desolazione, non si possono ignorare le buone notizie: alcuni uomini, arrampicatisi sul cornicione pericolante di una casa, hanno tratto in salvo e consegnato ai genitori increduli la figlia, che rischiava di rimanere seppellita dai calcinacci. Una donna, che la sera prima aveva subito un cesareo, è riuscita a fuggire dalle macerie dell’ospedale con la piccola in braccio, che aveva poche ore di vita.

Non è ancora stato fatto un censimento preciso dei minori sfollati. Ci sono un fratello e una sorella che nel sisma hanno perso sia la mamma che il papà, i primi orfani accertati.

Tuttavia si è creata anche una fortissima catena di solidarietà. Nessuno viene lasciato solo, chi può si prende cura di chi ne ha bisogno.

Il ministero delle Pari Opportunità ha mandato dei pagliacci, per Pasqua arriveranno anche i Nasi Rossi d’Abruzzo, l’associazione locale di clown dottori, che annovera un disperso tra i suoi membri.

Chi è rimasto in vita, ma ha perso tutto, o anche solo qualcosa, deve trovare la forza di andare avanti. E la forza può venire proprio da questa catena di solidarietà, che fa sentire meno soli, che risolleva gli spiriti, grazie alla possibilità o alla speranza di essere di aiuto agli altri, e nella consapevolezza che gli altri possono rappresentare una risorsa per noi. E’ nelle situazioni estreme, di emergenza, che spesso emerge il lato migliore delle persone. Vi è mai capitato di riscontrare questo fatto direttamente, di persona?

Per chi volesse dare un aiuto a distanza, si sono attivate la Caritas ambrosiana, la Caritas diocesana di Roma e la Croce Rossa. Trovate a questo link altre informazioni su come aiutare le vittime del terremoto.

Immagine: www.javno.com