Tempo fa ho letto su Io Donna, la rivista allegata al Corriere della Sera, un interessante articolo nel quale si parlava di un professore di Torino molto particolare: si tratta di Alberto Pian, che da trent’anni insegna letteratura e storia al Bodoni-Paravia, un istituto tecnico della periferia di Torino. Durante le ore di Pian capita spesso che i ragazzi espongano di fronte a una webcam una relazione – che viene registrata – preparata sulla base di appunti, schede, informazioni attinte da libri di testo, da internet o in biblioteca. Può succedere che i ragazzi si impappinino, perché non sono sufficientemente preparati, o più spesso per l’emozione: in questi casi gli errori vengono corretti, ma solo di rado la registrazione viene interrotta.

Ogni relazione si conclude con “Ciao Tony, ciao a tutti“. Tony era un allievo di alcuni anni fa che è rimasto paralizzato, e così il professor Pian ha iniziato a registrare per lui le lezioni su nastro, concludendole con il saluto di tutta la classe.

Alla fine di ogni relazione si applaude, e il professor Pian mette ai voti la valutazione che propone per ciascun ragazzo, prima di trascriverla sul registro. Dopodiché si inseriscono titolo e tag per il podcast, che viene inviato con il wi-fi al server della scuola. E’ il programma Podcast Producer – che costa più di 40.000 euro e che la scuola, la sola in Italia, ha acquistato con l’aiuto della regione Piemonte e della Apple – che elabora il podcast, montandolo e riversandolo. Così, in pochi minuti, il podcast entra a far parte di una grande enciclopedia a disposizione di tutti, in una sezione dedicata del sito della scuola.

L’alternativa al podcast è il trailer, un breve video di due o tre minuti, come quelli di You Tube. Anche in questo caso viene data la parola ai ragazzi, sollecitando un dibattito.

Il professor Pian non utilizza mai le classi, bensì la biblioteca – dove tutti siedono intorno a un tavolo – per il podcast, e un auditorium per i trailer. I ragazzi grazie alla tecnologia e all’abilità di Pian sono coinvolti, motivati, stimolati, addirittura appassionati. Pian afferma che “si riducono le assenze e si moltiplicano gli interessi.”  La scuola diventa un piacere, per insegnanti e allievi, che amano in questo modo la letteratura, sono attivi e partecipi durante le lezioni, e imparano inoltre ad esprimersi con disinvoltura davanti a una webcam. Come dice Simona, un’ex alunna di Pian ora iscritta a lettere, “se te la cavi davanti a una webcam, non vai nel panico il giorno dell’esame”. La lezione non è di tipo frontale, ma corale.

Potete ascoltare a questo link un’intervista nella quale Alberto Pian spiega in che maniera utilizza il podcasting con i suoi allievi.

Io ne sono rimasta affascinata. E voi?

Immagine: masternewmedia.org