La sicurezza stradale è un tema che sta a cuore a molti. L’Ania, associazione delle compagnie assicurative, ha ad esempio costituito una fondazione che si occupa proprio di sensibilizzare la gente riguardo alla sicurezza stradale da un lato e dall’altro di rendere le città meno pericolose. Come è accaduto per Roma. In collaborazione con Roma Capitale, la Fondazione Ania ha avviato un programma triennale di educazione alla sicurezza e di monitoraggio dei punti pericolosi in città.

Roma infatti vanta il triste primato di essere la città  italiana con il maggior numero di decessi sulle strade. Il dato confortante e interessante al tempo stesso, però, è che nel 2010 si è finalmente registrato un calo nel numero di pedoni morti. Questo certamente grazie anche al lavoro di ripristino dei passaggi pedonali e di educazione svolto sia da Ania che da Roma Capitale. Sperimentato il valore della cominucazione e dell’educazione dei cittadini riguardo al rispetto delle regole del codice della strada, la fondazione pensa ora a i genitori e alla sicurezza dei più piccoli.

Sappiamo bene che il numero degli incidenti mortali che vedono coinvolti i minori è ancora alto ed è indice del fatto che le norme di sicurezza per il trasporto dei più piccoli non sono ancora applicate da tantissimi genitori. Ecco perchè diventa importante l’educazione dei genitori. In  collaborazione con Roma Capitale, la fondazione Ania invierà a tutte le famiglie di neonati un opuscolo che informi sulle regole per il corretto trasporto in auto dei bimbi. Verranno  elencati e spiegati gli articoli del Codice della Strada e i principali sistemi di ritenuta per il trasporto in auto dei più piccoli.

Per il presidente Ania infatti “E’ importante che le famiglie sappiano esattamente cosa prevede la legge e che siano perfettamente informate su tutti i sistemi corretti e più sicuri per portare i loro figli in automobile. Dobbiamo tenere presente che, anche nei confronti dei minori esistono delle regole che vanno rispettate quando siamo al volante. Se non lo facciamo mettiamo a rischio la loro vita“.

Fonte:

ania.it