Nell’aprile 2007 Cho Seung-Hui – uno studente di origine coreana – uccise 31 tra compagni e insegnanti all’università Virginia Tech e si suicidò; l’allora presidente della camera repubblicano Newt Gingrich sostenne che se qualcuno fosse stato armato avrebbe potuto fermare la strage. Concordando con la tesi di Gingrich, in Texas il deputato Driver e il senatore Wentworth – repubblicani anch’essi – hanno proposto che gli studenti di 21 anni con fedina penale pulita possano, dopo aver seguito un corso di addestramento, entrare con la pistola in aula e nel campus. Come il Texas, altri sei stati stanno dibattendo se sia opportuno o meno armare gli studenti.

Le stragi ad opera di folli negli Stati Uniti sono sfortunatemente piuttosto frequenti. Lo scorso 20 aprile è stato il decimo anniversario dalla strage della Columbine High School, nel Colorado, dove perirono 13 tra studenti e insegnanti. Da questa strage Michael Moore trasse un film-documentario nel 2002, “Bowling for Columbine“. Proprio in Texas, invece, all’università di Austin, nel 1966 avvenne il primo massacro della storia studentesca americana ad opera di uno studente: 16 ragazzi morirono per mano di Charles Whitman, il cui ruolo fu interpretato successivamente da Kurt Russell in un film dal titolo “The deadly tower“, del 1975.

Due fattori hanno portato a un’impennata delle vendite di pistole e fucili negli Stati Uniti quest’anno: la crisi finanziaria, con il timore che la malavita e la delinquenza aumentino, da un lato; dall’altro, il timore che Obama limiti i porti d’armi. Già nel 2008 gli americani possedevano 300 milioni di armi, una ciascuno, piazzandosi al primo posto come popolo più armato al mondo.

Non tutti però concordano con la tesi di Gingrich e appoggiano il disegno di legge di Driver e Wentworth. John Woods, studente dell’università del Texas di Austin, che lo scorso anno frequentava il Virginia Tech e perse la fidanzata nella strage, è convinto che se tutti fossero armati simili tragedie sarebbero molto più frequenti. Anche Brian Malt della Brady Campaign to prevent gun violence ritiene che sarebbe una catastrofe consentire agli studenti di frequentare aula e campus armati.

Negli Stati Uniti queste restano voci di minoranza, anche se Obama oggi punta non a disarmare i civili americani (obiettivo impossibile), ma a privarli delle armi più potenti e a ridurre il numero delle altre.

In Europa invece l’opinione pubblica riguardo alle armi è tendenzialmente concorde con Obama e con queste voci di minoranza statunitensi. Fedina penale immacolata e corso di addestramento non possono essere garanzie sufficienti per consentire agli studenti di armarsi. Porre dei limiti ai porti d’armi, questa sarebbe sicuramente una maggiore garanzia per evitare stragi. Ma negli Stati Uniti non è facile. Speriamo che in Europa si scelga di seguire una strada diversa. Voi cosa ne dite?

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