Uno dei temi più discussi tra genitori è quello della possibilità di non litigare al mattino durante i preparativi per uscire da casa.

Per la maggior parte di genitori questo è un tema familiare: la fretta di riuscire ad essere fuori dalla porta in tempo, e contemporaneamente  ad organizzare cioè che è necessario ai loro pranzi, alla palestra, alla lezione di musica, ai compiti da firmare, senza dimenticare nulla.

Il bambino che non sembra motivato a collaborare per essere pronto in tempo è la sfida più grande per un genitore, e la tentazione di fare al posto loro per sbrigarsi è molto forte.

Come responsabilizzarli  chiedendo una collaborazione adeguata?

Molti perdono il controllo e nella disperazione si lasciano andare in discorsi che risuonano di accusa e critica. Nello stesso tempo, mentre ci si prepara ad uscire, non smettono di sollecitare le cose da fare, più e più volte.

Il problema di parlare ai ragazzi in tono fastidioso è che in realtà li alleniamo ad ignorarci e a non essere attenti a ciò che devono ricordare, perché sanno che tanto saremo lì a ricordare più volte le cose prima di uscire da casa.

Ma se è pur vero che i bambini molto piccoli possono avere bisogno di più assistenza e di istruzioni ripetute, un sistema efficace è permettere ai ragazzi di acquisire sempre maggiore responsabilità man mano che crescono.

Pretendere troppa responsabilità e, indirettamente, comunicare al ragazzo che non ci fidiamo di lui ci fa gestire la situazione dando troppe istruzioni e interferendo coi preparativi (“sbrigati!”, “fai questo!”, “ti sei ricordato di prendere quello?!”).

Questo stile può portare i nostri figli ad essere eccessivamente dipendenti. Il tono negativo e invadente, inoltre, rischia di creare risentimento e resistenze, o aggressività.

Un esempio di comunicazione efficace con ragazzi di scuola elementare?

“Dobbiamo essere fuori per le 7.45, hai circa un’ora per essere pronto, devi ricordarti tutto quello che ti serve per la scuola, e se dimenticherai qualcosa ne parlerai tu con i tuoi insegnanti”

Con bambini di circa 10 anni possono funzionare istruzioni brevi, il trasmettere aspettative chiare su quello che succederà e sui tempi necessari (per uscire da casa), e le conseguenze per il mancato rispetto di queste tempistiche.

Senza dimenticare, naturalmente, che anche il tono che utilizziamo deve essere sereno, e non suonare come una minaccia.

Così facendo i bambini sono liberi dal giudizio, dall’ansia e dai tentativi di controllarli. E il genitore permette al bambino di imparare dalle conseguenze naturali del suo comportamento.

E per i più piccoli?

Invece di comunicare “sul momento” frenetiche istruzioni, potrebbe essere utile discutere con calma, in un momento che non sia quello di uscire da casa, spiegando ai bambini come fare per essere pronti in breve tempo. Una sorta di to-do-list in cui anche loro possono essere protagonisti attivi.

Un’idea simpatica ed efficace è costruire un cartellone con le immagini in sequenza di ciò che è necessario fare prima di andare a scuola (alzarsi-vestirsi-preparare lo zaino-etc) che possa essere qualcosa da realizzare insieme, e da guardare come promemoria!

Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

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