Ho parlato recentemente di due blog di successo scritti da mamme – Nonsolomamma di Claudia De Lillo e Ero una brava mamma prima di avere figli di Paola Maraone – dai quali le autrici hanno hanno tratto due libri. Non posso non raccontarvi oggi di un caso, analogo sotto questo aspetto, che riguarda un libro nato da un blog: il blog in questione però è di un figlio, un ragazzo di 14 anni che si chiama Paolo Crespi e vive a Venegono Inferiore, in provincia di Varese. L’anno scorso Paolo si è ammalato di osteosarcoma al ginocchio, è stato operato 4 volte, ha subito dosi massicce di chemioterapia e ora, con una protesi al titanio, è guarito e può ricominciare a vivere.

Il blog ilpaolino è nato lo scorso ottobre, da un’idea del ragazzo, che si è messo a scrivere a pochi mesi dalla scoperta della malattia, con l’unico obiettivo di trascorrere il tempo tra gli esami e la snervante attesa di referti, visite, diagnosi, mettendo nero su bianco quello che sentiva e stava vivendo. Ben presto il blog è diventato un caso: ne hanno parlato Varese News, il quotidiano on line della provincia di Varese, poi il Corriere della Sera, e addirittura El Pais.

Dal successo del blog, nel quale Paolo racconta la sua odissea con estrema naturalezza, senza mai cedere il passo alla disperazione e con una grande voglia di combattere la malattia, è nata l’idea di trarne un libro, da pochi giorni in vendita.

Marco Giovannelli, direttore di Varese News, descrive così il giovane amico Paolo.

Cos’altro aggiungere? Solo un ringraziamento a Paolo, anche da parte mia, perché, anche se i suoi genitori sostengono che il libro non “ha la presunzione di essere di aiuto a tutte le persone colpite da un cancro”, bensì “È solo la testimonianza semplice di una storia comune a tante altre. Da cui trarre, magari, un briciolo di speranza in più per superare gli ostacoli della vita”, io sono convinta invece che la sua storia possa dare coraggio, fiducia e voglia di vivere a moltissime persone, non necessariamente malate di cancro. E grazie anche a internet, che, in certi casi, rappresenta un aiuto e un sostegno per chi si trova in difficoltà: mi piace pensare che la scrittura e la condivisione della malattia attraverso internet siano state, a modo loro, terapeutiche per Paolo, e non solo per chi lo ha letto e lo legge in rete. Voi cosa ne pensate?

Immagine: www.bergamonews.it