I nostri figli definiti dai sociologi nativi digitali hanno un rapporto semplice e diretto con la tecnologia. Utilizzano i tablet con la stessa facilità con cui usano la penna. Ma si sa lo strumento non è il messaggio e il contenuto ha bisogno di un valido supporto educativo.

Per questo il ruolo dei genitori e degli insegnanti diventa fondamentale e non deve mai venire a prescindere. L’inadeguatezza tecnologica degli adulti va colmata.

La scuola italiana in questi anni sta muovendo piccoli passi verso una rivoluzione digitale. Non si tratta però di un mero ingresso di tecnologie come lavagne interattive o personale computer. Seppur lentamente, i docenti iniziano a modificare la loro didattica con lezioni sempre meno frontali che sfruttano l‘interattività e l’interconnessione dei nuovi mezzi.

Infatti, anche in base all’ultimo rapporto dell‘Ocse “Review of the Italian Strategy for Digital Schools” la digitalizzazione delle scuole italiane è in ritardo rispetto a nazioni come l’Inghilterra o la stessa Corea. Al nostro Paese viene chiesto di implementare in ogni scuola un kit tecnologico composto da computer di classe, visualizzatore e proiettore; organizzare la formazione in maniera flessibile dei docenti; istituire premi per gli insegnanti; dare un forte impulso all’editoria digitale scolastica.

Tra le tante iniziative in corso per promuovere la Scuola Digitale segnaliamo Smart Future. Un progetto promosso dalla Samsung che verrà avviato a settembre in 300 scuole italiane  per favorire la digitalizzazione dell’istruzione a partire da un processo di formazione indirizzato prima agli insegnanti, poi agli studenti ed infine alle loro famiglie.

Come raccontava Dianora Bardi, insegnante di latino in un liceo di Bergamo, tra i fondatori di Impara Digitale durante lo scorso Mammacheblog:Il vero problema della scuola italiana non è la mancanza di tecnologia ma le modalità di insegnamento. I ragazzi sono cambiati e la didattica deve mutare“.

E per i libri digitali aspetteremo ancora l’anno scolastico 2014/2015…