Il 31 dicembre si avvicina e viene quasi naturale fare dei bilanci sull’anno che sta finendo, il 2015.

Un anno, 365 giorni. 8.760 ore. Tanta roba insomma.

Come riuscire però a far stare tutto questo in poche righe?

Come raccontare un anno di vita scegliendo solo 10 eventi?

Da quali criteri farsi guidare?

Prospettiva globale o individuale?

Ci ho provato.

Quello che segue è il mio personalissimo bilancio.

In 10 punti ho scelto di condensare quel cumulo di esperienze, emozioni, riflessioni, sapori, colori che hanno contraddistinto il mio 2015 scegliendo 10 cose che ho imparato quest’anno.

 

1. Ho imparato il potere della parola

 

Charlie Hebdo

 

Il 7 gennaio 2015 due uomini armati hanno ucciso 12 persone e ne hanno ferite altre 11 negli uffici del giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi. In tutto il mondo le persone hanno usato la frase “Je suis Charlie” (“Sono Charlie”) per mostrare solidarietà alle vittime e sostenere la libertà di parola.

2. Ho imparato che l’Italia sà essere internazionale

 

Expo 2015

 

I 6 mesi di Expo sono stati una parentesi in cui l’Italia ha dimostrato prima di tutto agli italiani e poi al resto del mondo che sappiamo essere internazionali e cosmopoliti. Che nonostante la politica e le ruberie gli italiani sanno lavorare, produrre, accogliere, organizzare eventi meglio di chiunque altro nel mondo.

3. Ho imparato che l’astronauta è un mestiere da donne

 

samantha cristoforetti

 

Grazie a Samantha Cristoforetti, alla sua semplicità e carisma fare l’astronauta non è una professione solo da uomini. Anzi. Perché gli stereotipi di genere ce li creiamo noi, la società in cui viviamo, il contesto familiare. Ognuno deve poter seguire i propri sogni.

4. Ho imparato che la generosità è un dono

 

Giorgio Chatzifotiadis

 

Giorgos Chatzifotiadis è stato il volto della crisi greca. La sua foto ha fatto il giro del mondo. Questo pensionato di Salonicco è stato ritratto mentre  si trovava in uno stato di disperazione e frustrazione. La banca dove avrebbe dovuto ritirare la sua pensione non gli aveva potuto erogare i soldi. Ma in Australia qualcuno ha deciso che la sua sorte poteva cambiare offrendosi di pagargli per i prossimi anni il suo sussidio.

 

5. Ho imparato che non tutti gli uomini nascono liberi

 

profughi-siriani

 

Oltre 500.000 immigrati sono entrati in Europa quest’anno. Nell’indifferenza dei governi che tentano di tamponare e arginare il fenomeno senza volerlo veramente affrontare.  Parliamo degli sbarchi come se anziché parlare di vite umane si trattasse di numeri. Ma neanche quelli fanno più notizia. Nemmeno quelli dei bambini morti che quest’anno sono stati più di 700 nel Mar Mediterraneo e 200 solo nell’Egeo. Un dramma a cui assistiamo impotenti. Il cui volto più triste è il razzismo che ci abita.

6. Ho imparato che dobbiamo metterci in gioco

 

Malala

 

Parigi 13 novembre. Una data che non scorderò. In una serie di attentati suicidi contro la sala per concerti Bataclan, lo Stade de France e alcuni ristoranti restano uccise 130 persone. Persone come me. Appassionate di musica e vita. Accomunate solo dal tragico e fatale destino. Mi viene angosciosamente alla mente il libro “Sottomissione” di Michel Houellebecq . Eppure non ho paura. Il mondo può essere ancora bello. Non perdo la speranza. Il problema non è l’islam ma l’ignoranza. Il terrorismo si combatte con la cultura.

7. Ho imparato che non ci sono più le mezze stagioni

 

Milano

 

Stagioni sempre più calde. Senza intermezzi se non monsonici. Il clima sta cambiando. A Milano non piove dal 28 ottobre e la nebbia si vede sempre meno. La scorsa estate è stata la più torrida degli ultimi 100 anni. Eppure il clima sembra un tema da ascensore e non una questione che ci riguarda tutti. Se non iniziamo a cambiare le nostre abitudini qui i rischi per il pianeta e quindi nostri saranno veramente tanti.

8. Ho imparato a credere in me

 

Expo

 

Sognare non costa nulla. Dicono. Allora perché imparare a farlo non è così semplice.

Si tratta di un lavoro che ciascuno di noi fa. Io quest’anno ho imparato a farlo bene.

Perché non esistono sogni low cost. I miei sogni viaggiano in first.

Non ho più paura di sognare.

9. Ho imparato che non si lascia il cellulare sul tavolo del ristorante

 

Bruxelles

 

Mai lasciare il cellulare anche accanto al vostro piatto. Potrebbe sempre entrare qualcuno con dei volantini e poi distraendovi potrebbe rubarvi il telefono da sotto al naso. Non è una leggenda metropolitana. Avrei preferito sentirne il racconto. Ma visto che mi è capitato lo scorso marzo a Bruxelles condivido la mia esperienza con voi.

10. Ho imparato a fare i pomodori sott’olio

 

pomodori sott'olio

 

Adoro i pomodori secchi sott’olio. Sono uno di quegli ingredienti in grado di trasformare un piatto.

Sono uno dei miei comfort food.

Così è bastata una telefonata a una zia per avere la ricetta di famiglia. Ma per questa vi toccherà aspettare l’anno nuovo.