foto di bertaaldo via flickr

Se vostro figlio fa sempre l’esatto contrario di quello che gli chiedete non disperate: una ricerca condotta dallo psicologo Yuko Munakata dell’Università del Colorado ha stabilito che tutte le informazioni che vengono date ai bambini non passano da un orecchio all’altro senza lasciare traccia, ma vengono invece immagazzinate per il futuro. Tramite un videogioco  e una tecnica chiamata pupillometria, che misurando il diametro della pupilla consente di determinare lo sforzo cerebrale compiuto, i ricercatori hanno stabilito che i bambini di tre anni, a differenza di quelli di otto, non riescono a concentrarsi sul futuro, né a vivere completamente il presente.

Per questa ragione non serve quasi mai continuare a ripetere a un bambino di tre anni di mettere la giacca prima di uscire: si pretende da lui che in qualche modo pianifichi il futuro, anche se immediato, mentre per lui sarebbe molto più semplice uscire senza giacca, rendersi conto che fa freddo e ricordarsi quello che noi abbiamo detto loro poco prima.  A questo punto metterebbe la giacca senza fare una piega.

Le indicazioni che diamo ai nostri figli dovrebbero sempre associarsi a un’esperienza diretta. Riferisce Munakata: “La cosa migliore è fare in modo che le azioni da compiere non richiedano uno sforzo mentale particolare, ma un confronto pratico con la realtà.”

Riusciremo a seguire queste indicazioni? Devo dire che spesso lo si fa istintivamente, per esempio quando si insiste perché un bambino provi un cibo nuovo anziché rifiutarlo a priori.

Per quanto riguarda la giacca, a me capita spesso di far uscire mia figlia senza, preferisco mettergliela fuori piuttosto che in casa, con la forza. Con lei (che ha un anno e mezzo) la fase dei no è già incominciata da un po’. Certo non lo farei se fuori ci fossero -10°, ma la temperatura in genere è tollerabile anche senza giacca, per qualche minuto.

E voi che strategie escogitate per ottenere che i vostri figli facciano qualcosa che a priori rifiutano?