Si chiamano baby-xitter e sono operatori capaci di gestire bambini con un’incognita, ovvero con qualche forma di disabilità. L’idea è venuta a un papà, Gianni Del Corral, che nel 2006 ha avuto bisogno di assistenza per il figlio, che all’epoca aveva tre anni, affetto dalla sindrome dell’x fragile. Prima che i servizi sociali intervenissero con il loro supporto, la famiglia Del Corral è stata costretta a rivolgersi a baby sitter private. Gianni Del Corral si è reso così conto che per bambini diversamente abili come il suo sarebbe stato utile trovare baby-sitter con capacità particolari: per esempio, persone in grado di portare avanti tra le mura domestiche un percorso formativo, educativo e psicologico, oppure sedute di logopedia o fisioterapia.

Così è nata Baby-Xitter, prima a Torino, poi ad Arona e a Senigallia. Si diventa Baby-Xitter frequentando un corso di formazione di 50 ore, l’ultimo dei quali a pagamento, che però garantisce lavoro quasi assicurato.

Il lavoro è molto particolare, si diventa quasi parte integrante della famiglia:

un’esperienza molto forte e complicata, ma allo stesso tempo è bella e coinvolgente

racconta su ilfattoquotidiano.it Roberta Bersezio, psicologa di 26 anni.

Per le famiglie che si avvalgono dei servizi di Baby-Xitter è stato come trovare un’ancora di salvezza: ad un costo contenuto, di circa 7 euro l’ora, come per una normale baby-sitter, si riceve un aiuto altrimenti impossibile da trovare, nell’attesa di ricevere supporto dal settore pubblico. A Torino le coppie che fanno affidamento al servizio sono circa 35. In progetto ci sono nuove sedi in Liguria o nel Lazio, ma per ora l’unica regione oltre al Piemonte dove si può trovare Baby-Xitter sono le Marche.

Livia

Fonti: www.ilfattoquotidiano.it

www-baby-xitter.org