Un problema comune a molte donne è il prurito in gravidanza.

Un disturbo fastidioso che si manifesta nella fase avanzata, generalmente dopo il sesto mese.

A volte, oltre al prurito compaiono delle macchioline causate proprio dall’azione meccanica del grattarsi.

Le cause

Il prurito in gravidanza è causato da alcune delle modificazioni che l’organismo subisce nel corso dei nove mesi del concepimento.

Man mano che l’utero si ingrossa e riempie la zona pelvica, la pelle dell’addome e i muscoli si allungano.

Ne consegue uno stiramento della pelle che può causare il prurito.

Inoltre la più elevata concentrazione di progesterone (ormone che stimola il rilassamento della muscolatura per adattare il corpo della donna a ospitare il feto e affrontare il parto) tende a ridurre anche la tonicità degli organi tra cui la cistifellea che, non riuscendo più a contrarsi in modo efficace, fatica a svuotare nell’intestino la bile e i sali biliari.

L’accumulo di sali biliari entra a far parte della circolazione sanguigna, raggiunge i capillari e la pelle e provoca il prurito.

Rimedi

La prima reazione al prurito è grattarsi ma purtroppo non dà ne sollievo né giovamento.

Grattarsi anzi può peggiorare la situazione.

Per ridurre il prurito è importante mantenere la pelle ben idratata.

Si può utilizzare una crema idratante di buona qualità adatta alla gravidanza, meglio se contenente vitamina E, spalmandola abbondantemente su tutto il pancione e l’aree interessate dal prurito (anche sotto il seno).

Può alleviare il prurito anche bagnare il pancione con acqua fredda e bicarbonato. Mentre l’acqua troppo calda può provocare maggiore fastidio.

Molto importante in caso di prurito è l‘alimentazione. Quindi bere molto acquaseguire una dieta alimentare corretta, evitando cioè cibi troppo grassi, speziati o pesanti.

Se il prurito è molto intenso e diffuso a tutto il corpo il medico può prescrivere una cura a base di farmaci, che stimolino l’eliminazione dei sali biliari, e antistaminici, mirati a ridurre il sintomo.