Alcune future mamme soffrono di tachicardia in gravidanza.

Un disturbo che in generale è del tutto normale soprattutto negli ultimi mesi di gestazione quando la donna inizia a essere più pesante e conseguentemente a causa di questo innalzamento del proprio peso corporeo, il cuore deve pompare più sangue.

Tachicardia in gravidanza: quando preoccuparsi?

Prima di preoccuparsi delle accelerazioni del proprio battito cardiaco, la futura mamma deve capire quale era la frequenza cardiaca prima di rimanere incinta, perché questo valore cambia da persona a persona.

Per questo in presenza di aritmie cardiache, cioè di variazioni della propria frequenza cardiaca è bene che la donna consulti il proprio medico.

In generale i battiti cardiaci a riposo vanno dai 50 agli 80 battiti al minuto, si parla di bradicardia quando sono al di sotto dei 50 e di tachicardia quando superano i 100.

La maggior parte delle aritmie sono innocue ma a volte possono impedire al cuore di riempirsi adeguatamente e di svolgere la sua funzione di pompa del sangue in circolo; questo fenomeno può provocare danni a diversi organi.

Come curare la tachicardia?

Sappiamo bene che le donne in gravidanza non possono prendere medicinali se non opportunamente prescritti dal proprio medico.

Uno dei rimedi alla tachicardia, se le palpitazioni sono modeste può essere quello di cercare di ridurre l’ansia e lo stress.

La futura mamma non dovrà bere caffè o bevande che contengono caffeina e dovrà imparare a gestire l’ansia attraverso opportune tecniche respiratorie e di training autogeno, che saranno di grande aiuto anche al momento del parto.

Invece, in altre situazioni la tachicardia in gravidanza potrebbe essere il sintomo di altri problemi, come la carenza di ferro. In questi casi è bene effettuare degli scrupolosi esami cardiologici per escludere o individuare altre sintomatologie.