Per sfidare l’ossessione della nostra cultura verso la magrezza e la perfezione fisica, non è necessario avere uno stile di vita che promuove l’obesità o la trasandatezza.

Credo che la cosa più difficile da imparare lungo il cammino della nostra vita sia ascoltare davvero noi stessi ed i bisogni che vengono dal nostro corpo.

La sfida più difficile per un genitore è mediare tra l’insegnamento verso l’autenticità e le regole imposte dal vivere con gli altri. L’una e le altre si influenzano incessantemente a vicenda, per tutta la nostra vita.

In effetti, la cosa più semplice da fare sarebbe imparare a coltivare un rapporto amichevole con il nostro corpo, che promuova la salute generale (fisica, mentale, spirituale), piuttosto che torturarci con comportamenti restrittivi, estremi, che ci portano all’insoddisfazione.

Conosco tante persone centrate più sull’apparire che sull’essere, ed in effetti queste persone sono poco attente a mangiare ciò che effettivamente nutre il loro corpo, quindi il loro spirito.

Tanta gente decide cosa mangiare basandosi sull’apporto calorico, sul contenuto di carboidrati o di grassi, nella speranza che questa sia la strada migliore verso la salute.

Questo significa, tuttavia, mangiare in un modo che non è in sintonia con quello di cui il nostro corpo ha davvero bisogno. Questo è invece  l’unico modo di provare piacere e soddisfazione.

I cibi che nutrono il nostro corpo sono quelli che ci aiutano ad essere forti, sani, a muoverci bene, a sentirci in forma (n.b., non ho detto “a sentirci magri”). Sapete quali sono i vostri? Pochi lo sanno davvero.

Nella maggior parte dei casi, questi alimenti sono “naturali”, ovvero quelli che hanno subito il minor numero possibile di trasformazioni o sofisticazioni. Non sono stati modificati per agevolarne la cottura e non sono stati confezionati in modo molto appariscente.

I cibi più naturali sono integrali, e sono quelli che l’uomo mangia dall’origine della vita. Eppure quando si nomina un cibo “sano”, la gente pensa ad un alimento a basso contenuto calorico.

Nella nostra società ossessionata dal dimagrimento, l’idea di cibo ritenuto sano coesiste con un’idea di alimentazione disordinata e poco consapevole.

Qualcuno potrebbe obiettare: “chi vuole cereali integrali per colazione?”
Il punto non è mangiare insipidi cereali integrali (che forse potrebbe anche essere una buona scelta), ma qualcosa di molto più grande: comprendere che un alimento è nutriente a prescindere dalle sue calorie.

Se vogliamo fare scelte alimentari sane, dobbiamo rompere l’associazione automatica tra sano e calorie, e sostituirla con la consapevolezza delle sensazioni (e delle prestazioni) che un cibo ci dà.

Cibi integrali e freschi, del resto, hanno un più alto potere saziante, e richiedono anche un dispendio metabolico maggiore per essere digeriti.

Il nostro rapporto col cibo è espressione del nostro rapporto con la vita. Ciò che mangiamo riflette i nostri valori e ci ricollega al resto del mondo.

Le scelte nutrizionali che vanno in direzione della lentezza ci permettono di rallentare, di godere di ciò che stiamo mangiando, di notare il nostro senso di sazietà, ed in fondo anche di gratitudine per chi ha seminato, raccolto, cucinato ed impiattato il nostro pasto.

La scelta di alimenti che nutrono il nostro corpo riflette il nostro approccio alla vita, che sia esso caratterizzato da paura, sospetto, calcolo e controllo, apertura, gratitudine o gioia.

Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta