Tutti abbiamo sperimentato il senso di frustrazione quando non riusciamo a far qualcosa: ci sentiamo bloccati, arrabbiati, non riusciamo a concentrarci. I bambini non sono preparati ad affrontare queste sensazioni: come aiutarli ad affrontare la frustrazione in modo costruttivo?

Come nasce la frustrazione?

La frustrazione nasce quando il nostro percorso verso l’obiettivo si interrompe perché non riusciamo a proseguire. Molti pensano che sia un’emozione negativa, in realtà ha un forte valore adattivo: ci permette di superare gli ostacoli.

I bambini in età prescolare hanno forti emozioni: ridono forte per divertimento, piangono molto quando cadono, urlano quando sono arrabbiati. La frustrazione è una parte molto importante della vita, ed il suo segreto è proprio in questa “forza”.

E’ giusto proteggere i bambini dalla frustrazione?

Imparare dalla frustrazione è una cosa importante ma anche difficile perché solitamente i bambini ne vengono “protetti”: quando il piccolo si arrabbia, l’adulto corre a risolvere il problema per ripristinare la sua felicità.

Questo in realtà invia un messaggio errato: i bambini hanno bisogno di sapere che è accettabile piangere, urlare un po’ quando qualcosa è frustrante, verbalizzare questo disagio se sono un po’ più grandi, in modo da calmarsi e andare avanti.

I bambini che non imparano a gestire la frustrazione nei primi anni di vita possono avere molti problemi in seguito nella gestione emotiva della rabbia e nella voglia di sperimentare cose nuove.

Consigli per affrontare la situazione:

  • mantenere la calma

sapere che quello che sta accadendo è normale ha un potente effetto nel ripristinare l’equilibrio. Riconoscere che il bambino è arrabbiato, senza per questo farsi prendere dal panico o dal desiderio di soffocare l’espressione di disagio.

  • predisporre delle sfide

cercate delle occasioni in cui il bambino possa mettere alla prova le sue capacità. Se è in difficoltà non intervenite subito, anche se non lo abbandonate a se stesso. Se davvero è in difficoltà, e non fa alcun progresso entro qualche minuto, allora date un piccolo suggerimento senza risolvere al posto suo.

  • avere una presenza efficace

non insegnate al bambino che esprimere frustrazione è sbagliato. Rimproverarlo o punirlo non è un buon metodo. Dategli la vostra attenzione cercando di avere la pazienza di fare passare “il picco”. Se non sta causando gravi danni (con calci e pugni, ad esempio) lasciatelo sfogarsi per qualche istante. Quindi fategli notare cosa ha fatto di buono prima di arrabbiarsi.

  • fare una pausa

se non riesce a risolvere un compito, o un gioco, spezzare la catena emotiva con una piccola pausa (due o tre minuti bastano) può avere dei risultati sorprendenti. La pausa riporta la tranquillità necessaria a riattivare le risorse per superare la difficoltà.

  • essere d’esempio

se vi adirate facilmente, non sarete credibili. Imparate ad affrontare la frustrazione (inclusa quella provata davanti all’attacco d’ira di vostro figlio) facendo un respiro profondo e mantenendo la calma. Questo sarà un insegnamento importante per il resto della sua vita.

Trovare il giusto modo di affrontare la frustrazione può richiedere molto tempo, ma è un processo che insegna a gestire le situazioni difficili della vita. Impariamo dunque a vedere questa sfida come un’opportunità, non un problema.