Ci sono situazioni, eventi rari e pericolosi, in cui nessuno vorrebbe mai trovarsi ma sono proprio questi casi in cui sapere come comportarsi fa la differenza e uno dei più frequenti è il caso di annegamento di un bambino.
Un bambino può annegare anche in soli cinque centimetri di acqua e tutto può accadere in pochissimi minuti. E’ una cosa terribile ma può bastare un attimo di distrazione perché possa accadere l’irreparabile. Ci sono bambini che sono annegati in una piscinetta gonfiabile, non solo in piscine e in mare.
Annegamento di un bambino: consigli
La morte per annegamento avviene perché l’aria non riesce più ad entrare nei polmoni, che sono pieni d’acqua.
Per prima cosa davanti a un bambino che sta annegando occorre portarlo fuori dall’acqua e valutare se il piccolo è cosciente o meno. E soprattutto se sta respirando da solo.
Quando il bambino non respira
Se il bambino non è cosciente e non respira ha bisogno di essere rianimato.
Se sapete come fare iniziate le manovre di rianimazione cardiopolmonare altrimenti chiamate immediatamente il 118.
Non perdete tempo cercando di rimuovere l’acqua dai polmoni o cercando invano aiuto.
Le manovre di rianimazione vanno effettuate finché non compare il respiro spontaneo.
Il vomito di acqua ingoiata è molto frequente durante la respirazione bocca a bocca. Solo quando siete sicuri che il bambino riprende a respirare da solo potete interrompere le manovre.
Tecniche di rianimazione
Nel caso in cui il bambino non sembra cosciente, non apre gli occhi, non sembra che respiri è bene fare una verifica. In questo caso è necessario mettersi in ginocchio e avvicinare l’orecchio al suo volto per ascoltare se sentiamo dei rumori o vedere se il torace si espande.
Se non accade nulla di tutto ciò, tenendo il bimbo sdraiato con la testa estesa è bene chiudere il naso del piccolo con due dita e insufflare due volte nella sua bocca.
A questo punto si verifica se succede qualcosa. Se non accade nulla, scopriamo il torace, individuiamo la linea dei capezzoli e iniziamo a fare un massaggio cardiaco.
Il ritmo è: 30 compressioni, due ventilazioni.
Se il bambino è cosciente?
Se vediamo che il bambino respira, apre gli occhi e tossisce possiamo metterlo sul fianco, per farlo respirare meglio, nella posizione laterale di sicurezza.
Anche se sembra che il piccolo stia meglio, deve essere ugualmente visitato al più presto da un medico. Se è rimasta acqua nei polmoni, questa deve essere eliminata ed il piccolo tenuto in osservazione. Il bambino potrebbe anche aver bisogno di essere curato per shock o ipotermia.
Come prevenire il rischio di annegamento?
Non bisogna mai lasciare i bimbi soli nell’acqua, soprattutto se hanno meno di quattro anni.
Molto raramente il bambino è in grado di chiedere aiuto, mentre sta annegando; ciò impedisce di capire se sta correndo un pericolo.
La cosa da fare, quando il piccolo gioca nei pressi dell’acqua, è non perderlo mai di vista.
Consigliamo a tutti i genitori e a quanti stanno con i bambini di frequentare un corso di primo soccorso. Conoscere alcune manovre, saper cosa fare nelle emergenze può fare la differenza.