Inviare il cordone ombelicale del proprio figlio all’estero, perché le cellule staminali vengano conservate nell’eventualità che un giorno possano servire, è una pratica molto diffusa. In Italia le cellule staminali del cordone ombelicale si possono donare, ma non conservare per uso personale. Ecco perché sono numerose le società estere di crioconservazione che – tramite internet o dépliant – si fanno pubblicità in Italia. L’Antitrust ha condannato sei di queste società – Smart Bank, Cryosave Italia, Futura Stem Cells, Future Health, Sorgente e Crylogit Regener: i loro messaggi sono stati giudicati ingannevoli da parte del Garante.

Le cellule cordonali si conservano infatti per 15 o 16 anni, ma in generale si tende a far credere che abbiano una durata di vita di 20-25 anni. L’impiego terapeutico ha dei limiti, che nelle brochures non vengono specificati. Inoltre, il Ministero della Salute deve autorizzare – in caso di necessità – il rientro dei campioni conservati all’estero, ma la procedura non è ancora stata definita.

Dati alla mano, osserva il Garante, «la probabilità di utilizzare il cordone conservato all’estero è piuttosto remota oscillando tra il valore di 0,005% e 0,004%». Negli ultimi dieci anni per i trapianti autologhi in Italia non sono mai state utilizzate le cellule del cordone ombelicale, ma solo le staminali prelevate dal midollo osseo del paziente stesso.

Meglio allora forse non lasciarsi ingannare da pubblicità illusorie, e – se si desidera davvero che il sangue del cordone ombelicale di nostro figlio sia utile, donarlo. Oppure attendere a tagliare il cordone, perché tutto il sangue contenuto affluisca nel suo corpo. Gli sarà sicuramente più utile riceverlo alla nascita piuttosto che averlo conservato in qualche banca estera.