Il diabete gestazionale può presentarsi durante la gravidanza.

In Italia i dati del Ministero della Salute dicono che ogni anno circa il 6-7% delle gravidanze (più di 40.000) vengono complicate da questa patologia.

Vediamo insieme i suoi sintomi e come affrontarla.

Sintomi

La sintomatologia del diabete gestazionale è il più delle volte assente.

Raramente la futura mamma se ne rende conto.

Può comparire per la prima volta in gravidanza durante il secondo o terzo trimestre.

A partire dal secondo trimestre, infatti, la placenta (l’organo che nutre e ossigena il piccolo nel pancione) comincia a produrre ormoni che possono arrestare l’azione dell’insulina.

Di norma, l’organismo della futura mamma riesce a produrre insulina in quantità sufficiente a compensare questo meccanismo, ma quando questo non avviene gli zuccheri si accumulano nel circolo sanguigno, provocando un’alta concentrazione di zuccheri nel sangue.

I sintomi più comuni del diabete gestazione sono:

  • stanchezza,
  • sete persistente,
  • minzione frequente.

Anche se questa forma di diabete è destinata a scomparire dopo il parto va controllata scrupolosamente perché può interferire con la gravidanza e il naturale sviluppo del feto.

Le conseguenze sul feto

Come abbiamo già detto questo disturbo influisce sullo sviluppo del feto.

L’iperglicemia della futura mamma ha come conseguenza anche il passaggio eccessivo di zuccheri al piccolo.

Il peso del feto aumenta in maniera eccessiva.

Le donne che soffrono di diabete gestazionale, infatti, partoriscono neonati con peso superiore a 4 chilogrammi.

Fattori di rischio

Aumentano le probabilità di comparsa di diabete gestazionale o se ne sospetta la presenza quando:

  • si ha familiarità con la malattia, cioè presenza di casi di diabete gestazionale in famiglia;
  • c’è stata comparsa di diabete gestazionale in gravidanze precedenti;
  • si ha già avuto un precedente parto di un neonato macrosoma;
  • l’età della futura mamma è superiore ai 35 anni;
  • è presente obesità o aumento di peso eccessivo in gravidanza, in quanto si rallenta il metabolismo con conseguente riduzione dell’assorbimento dell’insulina nelle cellule.

Quali sono gli esami per scoprire il diabete gestazionale?

Si tratta di un esame di ruotine gratuito che si esegue intorno alla 26° settimana.
Se però c’è un aumento di peso eccessivo o c’è familiarità con il diabete si anticipa generalmente alla 16°-18° settimana. L’esame consiste nel bere una soluzione di 50 grammi di glucosio diluito nell’acqua e nel fare due prelievi di sangue (uno a digiuno e uno dopo un’ora dall’assunzione del liquido) per misurare la glicemia.

Se il secondo prelievo mostra valori uguali o superiori a 140 mg/dl, si è in presenza di un’iperglicemia.

A questo punto per avere la conferma di diabete gestazionale occorre eseguire un altro esame chiamato “curva da carico orale di glucosio”.

Questo consiste nel bere una soluzione contenente 100 grammi di glucosio diluito nell’acqua e nel fare quattro prelievi di sangue, a distanza di un’ora l’uno dall’altro (il primo va fatto a digiuno).

I valori normali devono essere inferiori a 110 mg/dl a digiuno, a 180 mg/dl dopo un’ora, a 155 mg/dl dopo due ore e a 140 mg/dl dopo tre ore.

Se il test evidenzia valori superiori a questi ultimi, si può eseguire un ulteriore esame, che consiste nel prelievo di sangue dopo ogni pasto nelle 24 ore per valutare il livello di glicemia.

Utile nel diagnosticare il diabete e, in seguito, per monitorare l’efficacia delle cure, è anche il dosaggio nel sangue di una proteina chiamata emoglobina glicosilata (HbA1c).

Come si cura

Una volta accertato il diabete gestazionale la prima cura avviene a tavola.

La futura mamma viene messa a “dieta”. Per tutta la gravidanza dovrà adottare un regime alimentare a ridotto contenuto di carboidrati (zuccheri). Solo in questo modo potrà mantenere sotto controllo la glicemia e il peso corporeo.

Allo stesso scopo è bene anche effettuare una leggera attività fisica, infatti il movimento, bruciando gli zuccheri in eccesso, aiuta a tenere bassi i livelli di glicemia. In genere, la dieta dà buoni risultati, ma se questa non è sufficiente, occorre associarla alla terapia dell’insulina, somministrata secondo specifici protocolli.