E’ passato più di un mese dall’arrivo del bimbo. Il piccoletto ha iniziato ad ambientarsi nel nuovo mondo. C’è stato un periodo iniziale di anarchia totale, caratterizzato dalla massima casualità nella frequenza e durata delle poppate e del sonno e dalla necessità costante del contatto fisico.

Nel corso di questo primo mese si sono alternate poppate lunghissime, della durata di ore (sic!), a piccole poppatine di pochi minuti, distribuite in modo del tutto casuale nelle ventiquattro ore; ore consecutive di veglia, ma i neonati non dovevano dormire circa venti ore al giorno??, a ore di sonno (per fortuna di notte!!); ma la cosa che mi è stata più difficile da sostenere, per poter condurre un minimo la vita e soprattutto per poter espletare le funzioni più elementari (mangiare/andare in bagno ad esempio) è stata garantire il continuo contatto fisico al piccino. Il bimbo inizialmente non ha mai voluto essere lasciato da solo nel letto o in carrozzina, se non per pochissimi minuti, il tempo di accorgersi di non essere più in braccio. In casa non ha mai dormito da solo dandoci un minimo di tregua, né tanto meno si è mai sognato di essere vigile e tranquillo senza essere in braccio. Devo dire però che ho fatto dei bellissimi sonnellini col bambino rannicchiato sul petto, in posizione fetale, o a letto con la sua pancina contro la mia…

In compenso adora uscire: se è in preda ad una crisi di pianto, non appena si varca la soglia di casa chiude gli occhi e dorme tranquillo. Adora anche viaggiare in macchina, e uscire in carrozzina o nella fascia porta bebè. Siamo riusciti a fare parecchi giri col pupo che dormiva beato, cullato nella fascia porta bebè, trovo che sia un modo molto comodo e pratico di uscire col bambino, assicurandogli il contatto fisico e allo stesso tempo garantendomi libertà di movimento… peccato che non funzioni anche in casa!

Da pochi giorni incredibilmente riusciamo ad avere un po’ più di autonomia: il piccolo si addormenta mentre lo culliamo nella carrozzina, e il suo sonno dura fino a due ore, una conquista!!

Per tranquillizzarlo gli parliamo, lui segue con lo sguardo, gira la testa verso la voce, e sgambetta felice, muovendo anche le braccine, in un moto perpetuo. Da qualche giorno emette versetti, che sembrano una risposta a quello che gli diciamo, a volte sorride pure, sempre più frequentemente, e quei sorrisi aprono il cuore.

Ogni giorno che passa interagisce sempre più col mondo, lui, il piccolo astronauta approdato da un altro pianeta…