Eccomi qua davanti al piccoletto. L’emozione è straordinaria!!! Poche ore dopo il parto me l’hanno appoggiato in grembo e ha iniziato a poppare, seguendo il suo istinto. Dopo le poppate cade in un sonno profondo, rannicchiato su di me, cullato dal mio respiro e ritmato dal mio battito cardiaco.
Incredibile… guardo questo minuscolo esserino e mi commuovo.

Il bimbo è in forma, è un torello, uno tra i più grossi. Ha una forza straordinaria, tira su la testina, stringe le manine, si dimena e urla. Chissà cosa vuole comunicare…

Io non sto ancora benissimo, ho grosse difficoltà a girarmi nel letto, a tirarmi su, a sostenere il bimbo, per fortuna vedo che ogni giorno che passa faccio passi avanti nel recupero della forma fisica. Sono un po’ preoccupata dell’arrivo a casa: riuscirò a prendermi cura del piccolo? Avrò la forza?

La montata lattea tarda ad arrivare, dicono che possono passare anche dieci giorni dal cesareo… il colostro non gli basta più. Il bimbo mi sembra nervoso, affamato, in ogni suo pianto leggo insoddisfazione per quello che non posso dargli, e mi si spezza il cuore.
Decidono di dargli dei biberon di latte artificiale, per integrare i suoi pasti.
Panico.
Come… non riesco a nutrire mio figlio? Ma non è naturale avere il latte e nutrire i propri cuccioli??

Inizialmente avevo deciso di aspettare l’arrivo della montata lattea in ospedale, per essere più tranquilla, ma visto che stanno già facendo familiarizzare il piccolo col biberon, decido di scappare a casa, in un ambiente tranquillo e sereno dove posso favorire l’allattamento. Parlo a lungo con un’ostetrica, che mi tranquillizza. Il latte sta arrivando, niente panico, niente biberon, niente bilancia, tanta serenità, niente orari e tutto andrà per il meglio.

Ci dimettono quindi dall’ospedale a cinque giorni dalla nascita.

Con mio grosso disappunto mi suggeriscono di fare la doppia pesata e dargli l’aggiunta di latte artificiale, il bimbo non prende a sufficienza dal mio seno. Dovrei procurarmi una bilancia e tutto il resto per affiancare l’allattamento al seno.
Non voglio, devo resistere, anche l’ostetrica l’ha detto. Ma starò facendo la cosa giusta? Sta deperendo il bimbo?

Scappiamo a casa. Inizia l’avventura.