Quanto è importante la tata in una famiglia di genitori che lavorano e che non hanno l’aiuto dei nonni? Tantissimo. Il dover affidare il proprio figlio a una persona durante la giornata lavorativa non è facile. Siamo mamme, lo sappiamo: i sensi di colpa sono sempre dietro l’angolo, la preoccupazione che i bambini stiano bene anche quando non ci siamo è una costante se non si trova chi riesce a tranquillizzarci, chi può dirti: “Ci penso io”.

Io non ho avuto bisogno della tata, ma ho amiche che sono andate in crisi quando le loro tate sono andate via e conosco persone che hanno fatto la tata di mestiere e che sono rimaste legate affettivamente ai loro “bambini” anche quando, crescendo, non hanno più avuto bisogno di loro.

La mia amica Teresa è una di quelle. Arrivata dall’Ecuador dove aveva lasciato i figli, ha passato dieci anni a curare il bambino di una coppia milanese molto impegnata nel lavoro. Lo ha preso che era piccolissimo e lo ha lasciato, con tanto dolore da parte di entrambi, quando aveva poco più di 10 anni.  È passato tanto tempo, questo bambino è cresciuto, va all’università, ma il legame con “la sua Terry” è rimasto: si sentono costantemente per telefono, lei lo va a trovare spesso, lui le racconta orgoglioso i suoi successi universitari. Quando Teresa mi parla di lui, le si illuminano gli occhi. Quanto amore può dare una tata ai bimbi che cura? Tanto! 

E quanto è importante in una famiglia? Tantissimo! Nella casa di alcune mie amiche la tata è una persona di famiglia, un punto di riferimento nella gestione dei bambini, quasi un’amica con la quale trovare conforto e complicità nell’educazione dei propri figli. Certo, non sempre è tutto rose e fiori, e infatti chi trova la tata ideale se la tiene stretta.

La Festa della Tata indetta da Paramount Channel e la survey

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Se la tata è così importante nella gestione familiare, ha diritto a una festa. È ciò che ha pensato Paramount Channel che in occasione del lancio della omonima serie televisiva con protagonista la famosa Francesca Cacace, vero cult negli anni ’90, ha indetto la Festa della Tata. Domenica 17, infatti, dalle 15 circa sul canale 27 andranno in onda due divertenti film a tema (  Un ciclone in casa e Matrimonio a 4 mani) e una maratona delle avventure di Francesca Cacace, della famiglia Sheffield, maggiordomo compreso (io lo adoravo!)  e dei parenti ciociari dalle abitudini e dai look improponibili.

In occasione di questa festa, inoltre, Paramount Channel in collaborazione con FattoreMamma ha lanciato una survey rivolta alle mamme con bambini, una ricerca in cui sondare le esigenze e i bisogni dei genitori nella cura e nella gestione dei figli.

La quasi totalità delle 7500 mamme che hanno risposto alla survey ha affermato la necessità di un sostegno alla genitorialità da parte dello Stato, sostegno a oggi assente. Lo Stato, secondo le mamme, potrebbe spingere di più per una politica di flessibilità riguardo agli orari di lavoro (lo smart working è ancora un miraggio per molte mamme), cercare di rendere meno onerose le rette degli asili nidi e permettere maggiori sgravi fiscali alle famiglie con figli.

Ciò che emerge anche dalla ricerca è che le famiglie italiane si appoggiano prevalentemente ai nonni: il 67% delle intervistate si affida a loro per la gestione dei figli. Le famiglie che si affidano alla tata, invece, desiderano che la persona alla quale affidano i figli sia attenta alle loro esigenze, che sia capace di intrattenere i bambini, con un occhio alla disciplina. Non ha importanza la nazionalità della tata. Ciò che è fondamentale è che con i bambini si crei sintonia.

Ed è proprio la sintonia con i bambini che ha legato la baby sitter Francesca Cacace ai rampolli della famiglia Sheffield. Non mi sono persa un episodio di questa serie divertente e briosa, leggera ma non superficiale e sono stata ben contenta di rivederla sugli schermi televisivi. Vi ricordate i meravigliosi outfit di Francesca, zia Assunta, zia Yetta e il divano ricoperto di plastica della loro casa? Cosa vi divertiva e vi diverte di più di questa serie?

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