Finalmente una buona notizia sui giornali: la Camera si è espressa favorevolmente circa il disegno di legge che prevede la parificazione dei diritti dei figli naturali (riconosciuti da genitori che non sono uniti dal vincolo del matrimonio) con i diritti dei figli legittimi; 366 i voti favorevoli, 31 i contrari e 58 gli astenuti.

Sembrava che il disegno di legge venisse affossato, come già è successo per quello sulla possibilità di dare ai figli il cognome della madre, o quello sul divorzio breve, fino alla riforma dell’affido condiviso, e alla cittadinanza per i bambini immigrati. Invece i centomila figli naturali italiani, il 20% del totale, finalmente avranno gli stessi diritti dei legittimi: in particolare, i figli naturali avranno vincoli di parentela non solo con i genitori, ma anche con i loro parenti, quindi con nonni, zii e cugini. In caso di decesso dei genitori saranno quindi affidati ai parenti più prossimi, così come il buon senso suggerisce e come avviene da sempre per i figli legittimi, e non verranno dati in adozione. Potranno inoltre ereditare anche da parenti diversi dai genitori, esattamente come i figli legittimi.

Inoltre, non saranno più definiti naturali, in contrapposizione ai legittimi, espressione che – certo – fa pensare che siano figli, ma in qualche modo illegittimi. D’ora in poi, in tutti i testi di diritto, i figli saranno solo figli, e basta.

Questo è un estratto del testo di legge, così come è riportato su corriere.it:

«La parentela è il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione sia all’interno del matrimonio, sia nel caso in cui è avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui il figlio è adottivo». Il figlio «nato fuori del matrimonio può essere riconosciuto» dalla madre e dal padre «anche se già uniti in matrimonio con altra persona all’epoca del concepimento» e il riconoscimento «può avvenire tanto congiuntamente quanto separatamente»

Cosa ne pensate?

Livia

Fonti: corriere.it

repubblica.it

laleggepertutti.it