Capita a tutti di perdere la pazienza e di urlare contro i  figli. Sappiamo che non si deve fare, ma come possiamo rimediare?

Dottoressa, so che dovrei smettere di urlare, ma non ci riesco. Non riesco ad immaginare come sia tollerabile stare con me che alzo sempre la voce. Io, al posto loro, non riuscirei a vivere con me nemmeno un giorno intero“.

Molti genitori sanno che urlare è un comportamento sgradevole, ma non riescono ad evitarlo perché non sanno che c’è un altro modo di ottenere attenzione dai loro bambini.

Urlare spaventa i bambini. Indurisce i nostri cuori, e ci allontana da loro. Quando noi urliamo, i bambini si chiudono in se stessi e smettono di essere predisposti ad apprendere qualcosa.

Tutto quello che vorremmo ottenere è esattamente il contrario di questo. E quel che è peggio è che, per proteggersi, i ragazzi smettono di ascoltare quando noi alziamo la voce.

“Le assicuro che non è così: mio figlio non sembra per niente spaventato quando alzo la voce, al contrario, non mi ascolta nemmeno!”

Se i ragazzi sembrano non aver paura della nostra rabbia è solo perché ne hanno visto tanta da aver sviluppato una chiusura verso la rabbia e verso noi stessi. Quello che possiamo aspettarci è che prima o poi ci riserveranno lo stesso comportamento, avendolo appreso da noi.

Il controllo delle emozioni è un allenamento che richiede impegno. Personalmente mi accorgo che per quanto un eccesso d’ira possa essere giustificato dalla stanchezza, esso finisce sempre col ripercuotersi contro chi urla.

Il primo passo da fare è un patto con noi stessi e coi nostri figli: riconosciamo che urlare è uno sbaglio e che anche se commetteremo ancora l’errore di gridare ci impegneremo a fare sempre meglio.

Quando ci mettiamo nei panni di un bambino, lui impara l’empatia (non quando gli urliamo contro).
Il vero problema della nostra rabbia esplosiva è che perdiamo di vista il fatto che i bambini sono bambini: di conseguenza sono immaturi, sbagliano, non si comportano come noi vorremmo, ovvero da adulti, e questo spesso ci fa arrabbiare molto.

Nella maggior parte dei casi la nostra rabbia esplode per altre ragioni (lo stress, il lavoro, la fatica) che non c’entrano coi figli. Prendiamoci la responsabilità dei nostri problemi, e cerchiamo di non scaricarli altrove.

Quando sentiamo crescere la nostra rabbia, facciamo uno “stop”. Manteniamo la capacità di fermarci, chiudere la bocca e non fare altro. Basterà contare fino a tre e fare un bel respiro per cambiare le cose.

Certamente non è facile, e richiede tanto autocontrollo, ma è una saggezza necessaria alla nostra crescita, oltre che a quella dei nostri bambini.

La buona notizia è che i nostri figli si trasformeranno radicalmente, in meglio, proprio sotto ai nostri occhi. Saranno più collaborativi e più capaci di controllarsi. E ascolteranno molto di più.

Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta