In tema di timori genitoriali, abbiamo recentemente discusso di alcune delle remore che alcune persone hanno quando si tratta di decidere se diventare genitori o meno.
Una di queste riguarda la perdita della propria libertà.

Quando penso a queste persone, mi viene subito in mente che devono aver faticato molto per crescere: è questo il motivo per cui attribuiscono molto valore all’autonomia personale, che ha per loro un’enfasi eccessiva.

Da questo punto di vista, l’aspetto ludico della crescita non è stato rilevante per loro che, o continuano ad eclissarlo, o, finalmente raggiunto, temono di perderlo.

Un figlio certamente richiede un adattamento: è impensabile sostenere che il suo arrivo non determini un cambiamento nella vita e nell’assetto familiare.
Ma come abbiamo già discusso, la decisione di fare un figlio non è di certo costruita sul parametro del vantaggio personale.

Un figlio ci riporta all’inevitabile esperienza del cambiamento, della trasformazione, con la sua nascita ci porta a rinascere persone nuove.

Ogni genitore ritorna ad essere piccolo: piccolo nell’inesperienza e nel cammino che lo porta ad acquisire nuove competenze.

L’esperienza della crescita, oltre a quelli che possiamo definire “gli aspetti dell’immaturità”, porta con sé anche gli aspetti della leggerezza, del gioco, del recupero della nostra parte infantile.

Che senso ha, quindi, per ciascuno di noi, tornare ad essere piccoli? Che significati attribuiamo alla nostra esperienza infantile?
Essere piccoli è stato divertente, faticoso, umiliante?
Quanto ci è stato permesso di essere piccoli? Quanto ci hanno fatto crescere in fretta?

Genitori molto responsabili, e poco in contatto con gli aspetti ludici della crescita, ma anche della vita, trasmettono un grande sento si coscienziosità, di affidabilità, ma poca gioia e leggerezza.

E’ difficile affrontare i compiti evolutivi solo dal punto di vista della responsabilità, senza considerare che in ognuno di essi c’è sempre un aspetto giocoso e piacevole.

Un figlio rappresenta certamente delle rinunce, ma porta con sé anche numerosi doni, per quanto qualcuno stenti a crederlo.

Essere genitori è un compito di grande responsabilità, ma non superiore alle nostre possibilità. In cambio ci dona anche spensieratezza, momenti di divertimento, capacità di guardare le cose da un altro punto di vista.

Se, come qualcuno dice, un figlio toglie libertà, c’è da chiedersi libertà da cosa: perché di altre libertà, invece, un figlio ne concede parecchie. La libertà di sbagliare, di giocare, di imparare, di ripercorrere alcuni momenti della nostra crescita, di riconsiderarli in modo diverso, di migliorare quel che non ci è piaciuto e di perfezionare quel che riteniamo valido.

La paura, infine, nasconde sempre un grande desiderio. Ecco perché le persone che si sentono eccessivamente timorose rispetto a questo tema, in realtà non sono state sufficientemente sostenute rispetto alla flessibilità di potersi mettere in gioco.

Una persona veramente libera, non ha paura di perdere la propria libertà, perché sa che essa, se è davvero acquisita, non è mai in pericolo.

dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

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