In un precedente articolo abbiamo affrontato il tema dei cambiamenti societari che si riflettono nello stile di vita familiare odierno. Se la famiglia delle generazioni precedenti si strutturava in ruoli chiari e ben definiti, oggi l’istituzionalizzazione dei legami è sempre più evitata, sostituita da relazioni più “libere” ed anche meno “rischiose”, sia dal punto di vista affettivo che economico.

I giovani oggi sostano più a lungo nella fase di ricerca della propria stabilità economica e della propria realizzazione personale e professionale, posticipando così di molto l’età matrimoniale e la vita di coppia.

Questo significa non dare la genitorialità come un passaggio scontato o obbligato della propria vita e prolungare il periodo della valutazione e della scelta. La prima conseguenza è che si verifica anche un aumento dell’incertezza.

Un periodo di riflessione e analisi, sano e fisiologico fino ad una certa misura, naturale e comune a tutti, diventa invece “critico e problematico” se dura per un tempo eccessivo, al prezzo di una indecisione prolungata.

La libertà personale, il valore attribuito al tempo libero, l’essere esonerati dai compiti di accudimento e cura verso la prole, rende la decisione di mettere al mondo dei figli sempre più difficile da affrontare.

A questo deve aggiungersi il fatto che le coppie di separano con più facilità, si cambia partner molto frequentemente, e, parallelamente, si impiega molto tempo a trovare la persona giusta, quella con cui costruire un rapporto duraturo e stabile, dato che si sceglie senza una precisa consapevolezza della propria intenzionalità e di quella dell’altro.

Le relazioni intime richiedono un’autentica conoscenza dei propri bisogni e di quelli dell’altro, che non sempre è raggiunta: non siamo sempre consapevoli del nostro comportamento, di quali effetti esso produce sugli altri, delle nostre sensazioni ed emozioni (cosa voglio, cosa evito, cosa mi aspetto) che esprimono la nostra intenzionalità.

Questa conoscenza è fondamentale quando si costruisce un progetto comune sulla crescita della coppia che investe il campo della genitorialità.

La mancanza di consapevolezza, in un rapporto di coppia, renderà probabilmente ambigui ed incerti: i bisogni e i desideri dell’altro potranno essere confusi con i nostri, o, al contrario, si potrà attribuire al partner un progetto che in realtà appartiene solo a noi.

Nascono così situazioni di insoddisfazione, conflittualità, in cui ci si rinfaccia quello di cui non si è parlato e condiviso al momento opportuno, per paura di essere rifiutati.

Uscendo dal circolo delle accuse e della delusione, possiamo dare vita alla responsabilità personale, ovvero la consapevolezza di cosa facciamo, di quale parte di influenza abbiamo sul destino delle nostre relazioni.

Solo attraverso questa responsabilità è possibile fondare il legame su sostegno e comprensione reciproca, e da questa consapevolezza nasce l’impegno costruttivo che porta a vivere la pienezza di una relazione, e delle sue trasformazioni.


dott.ssa Marcella Agnone –  Psicologa Psicoterapeuta

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