Che cosa significa “gravidanza a rischio”? Quali sono le condizioni che la caratterizzano? Quali disturbi? Con questa definizione, infatti vengono descritte e raggruppate differenti patologie che possono pregiudicare, durante i nove mesi di gestazione la salute e la vita della mamma e del suo bambino, con livelli differenti di pericolosità. Malattie e problemi diversi che richiedono cure specifiche ed interventi mirati.

Generalmente, la condizione di “gravidanza a rischio” viene diagnosticata alle donne che già prima di rimanere incinta soffrivano di alcune malattie croniche (patologie cardiache, obesità, diabete, ipertensione, malattie renali, asma, disfunzioni alla tiroide, ecc.). Ma in alcuni casi, può essere proprio un fenomeno che si sviluppa durante e come conseguenza della gestazione (ad esempio il diabete gestazionale, l‘ipertensione, la gravidanza gemellare).

E’ il ginecologo che riconosce e stabilisce, per ogni donna, quali terapie e soluzioni adottare per ridurre al minimo i rischi e a seconda della patologia decide se essere affiancato da uno specialista, ad esempio un nutrizionista nel caso di diabete o obesità oppure, un cardiologo per le malattie circolatorie e cardiache.

In alcuni casi, soprattutto nel primo trimestre alcune donne, potrebbero avere delle minacce d’aborto, causate da uno sviluppo anomalo della placenta. La placenta si crea nelle prime settimane di gestazione e aumenta il suo volume in base alla crescita del bambino, sviluppandosi all’interno dell’utero. Proprio per questo in alcuni casi, può svilupparsi a ridosso della cervice, l’apertura dell’utero. Il suo sviluppo anomalo diventa così, pericoloso per il sopravvivere del feto. Perchè la placenta in questo caso potrebbe staccarsi e provocare un aborto spontaneo. Il ginecologo in casi di placenta previa monitora settimanalmente la situazione e prescrive alla donna assoluto riposo.

La gravidanza a rischio, quale che sia la sua origine richiede maggiore attenzione e cura, sia da parte della mamma che del ginecologo che la segue.