Fortunatamente la maggior parte delle gravidanze si avvia alla conclusione senza problemi, ma talvolta si possono manifestare alcune complicazioni. Tra le complicazioni più frequenti ci sono le perdite di sangue dalla vagina, che si manifestano dopo 28 settimane di gravidanza, chiamate emorragia preparto classificata in due categorie: emorragia secondaria e emorragia inevitabile.

L’emoraggia secondaria è causata dal distacco parziale o completo della placenta posta in sede normale e la sua gravità dipende dal grado di separazione della placenta dall’utero. Il sangue può colare dalla cervice o rimanere nella cavità uterina. Spesso non si riesce a risalire a nessuna causa apparente, ma nella maggior parte dei casi è presente una preeclampsia o, più raramente, un’insufficienza renale. Qualche volta, il distacco della placenta può essere causato anche da un capovolgimento del bambino all’interno dell’utero.

Le perdite di sangue a volte possono essere modeste, con pochi o addirittura senza sintomi a livello addominale, mentre in altri casi si può avere un forte dolore addominale e sanguinamento abbondante e poiché qualsiasi sanguinamento e dolore addominale durante la gravidanza possono essere potenzialmente pericolosi, è necessario recarsi in ospedale.

Il trattamento dipenderà dal tipo di emorragia e dalla sua gravità. Infatti se le perdite di sangue sono modeste, ci si può limitare al riposo a letto, fino a che non si arrestano da sé, e nel momento in cui si accerta che il bambino sta bene e viene scartata la possibilità di una placenta previa, la futura mamma potrà tornarsene a casa. In questo caso le verranno sconsigliati i rapporti sessuali fino alla nascita del bambino.

Se, invece, l’emorragia è grave, il problema sarà di portare alla nascita il bambino senza nessun rischio per la madre. Dunque potranno rendersi necessarie delle trasfusioni di sangue e, se il travaglio non è iniziato, lo si dovrà indurre. In qualche caso sarà necessario ricorrere al taglio cesareo.

L’emorragia inevitabile è causata dalla placenta previa, cioè quella condizione in cui la placenta è interamente o parzialmente attaccata alla parte inferiore dell’utero, molto comune delle donne che hanno già avuto molti figli.

La placenta previa si presenta con abbondanti perdite di sangue, senza dolore, nelle ultime 12 settimane di gravidanza con, a volte, un preavviso con piccole perdite ripetute, mentre altre volte la prima emorragia è già importante. L’esame addominale può mostrare che il bambino (con i battiti cardiaci normali) è posto in una posizione obliqua o podalica, poiché la placenta impedisce alla sua testa di impegnare il canale del parto.

La futura mamma deve essere ricoverata in ospedale dove si cercherà di localizzare la sede esatta della placenta. Se la placenta previa viene confermata, è poco probabile che la mamma venga rimandata a casa con il rischio di altre perdite. Dunque il bambino verrà fatto nascere con un taglio cesareo praticato il più vicino possibile al termine della gravidanza se non vi saranno rischi né per il piccolo né per la mamma.

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