Il modo in cui le donne percepiscono la “necessità” del cesareo è determinante sulle sensazioni che la donna vive riguardo al suo parto. Non sempre purtroppo le ragioni di una scelta di questo tipo sono perfettamente spiegate o comprese, e alcuni studi dimostrano che non tutte le donne, intervistate a tre mesi dal parto, hanno un’idea corretta delle motivazioni che inducono il medico a scegliere di farle partorire col cesareo.

E’ probabile pensare che le percezioni di questo tipo incidano sulle prime ed importantissime fasi in cui si forma relazione madre-bambino.

 

Sappiamo già dell’alta incidenza dei parti cesarei in Italia, in particolare al sud. I dati clinici riferiscono che una pratica di questo tipo non esclude complicazioni o comunque interferenze nella relazione madre-bambino.

 

In linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale sulla Sanità, i parti cesarei non dovrebbero superare il 15% del totale, ma restano valide le indicazioni che si forniscono anche in caso di parto naturale.

 

E’ importante che la donna mantenga il suo diritto ad avere supporto psicologico durante la gravidanza ed il parto, anche in caso di cesareo programmato, e che sia accompagnata da una persona di fiducia durante il travaglio o la preparazione al taglio cesareo.

 

Ci sono strutture in cui è possibile che il partner o un familiare assista al parto cesareo: non tutte le strutture lo permettono, ma è una pratica che può essere molto utile alla partoriente dal punto di vista psicologico.

 

La presenza di un familiare, invece che di persone estranee, consente infatti una condizione di maggiore sicurezza e rilassamento, che ha degli effetti benefici anche sul bambino. Nascere-partorire in condizioni di stress, fisico o emotivo, è comunque una condizione controindicata.

 

E’ importante inoltre che la donna partecipi attivamente alle decisioni che è necessario prendere riguardo al parto: è provato che la donna arriva al parto cesareo con una quota di ansia e preoccupazione diversa rispetto al parto naturale, o, al contrario, arriva spesso a decidere per il taglio cesareo proprio perché non supportata psicologicamente rispetto alle preoccupazioni sulla propria “abilità a partorire”.

 

dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

 

foto: ostetrica-parma.it