Padri che ribadiscono il proprio diritto a essere tali. Madri che richiamano a gran voce i padri alle proprie responsabilità, anche economiche. Solo alcune delle infinite possibilità di declinare una separazione

Si dice che niente avvenga per caso e qualche giorno fa si è verificata una curiosa coincidenza: navigando in rete sono nuovamente inciampata nella  notizia – datata 7 agosto – del ritrovamento presso L’AcquaVillage di Cecina di Alessandro del Grande, il papà livornese a cui un provvedimento del Tribunale di Livorno aveva imposto visite protette al figlio in presenza degli assistenti sociali e che aveva rivendicato con forza il proprio diritto a vivere la paternità in maniera piena e libera, non filtrata da orari di visita e dall’accompagnamento di terze persone.
«Siamo stati bene insieme, ha fatto bene a entrambi” erano state le sue parole “Ci siamo rifocillati entrambi della presenza reciproca, ci ha rincuorato e incoraggiato per andare avanti».

Immediatamente dopo mi sono ritrovata nella posta elettronica l’invito a firmare sulla piattaforma di Change.org questa petizione lanciata da Laura Greppi, “mamma single ma sfinita”, che chiede la modifica dell’art 570 del codice civile così che i genitori siano obbligati a garantire il minimo stabilito dall’istituto ISTAT per il costo della vita del minore e si possano perseguire e punire i genitori che non adempiono alle proprie responsabilità di mantenimento e sostentamento economico dei figli.

Due situazioni antitetiche, dunque. Da un lato un padre che ribadiva il proprio diritto a essere tale, dall’altro una madre che richiama a gran voce i padri alle proprie responsabilità, anche economiche.

Ogni situazione è diversa e questo è un terreno in cui è impossibile una generalizzazione. Tuttavia, dal mio limitatissimo raggio di osservazione, ho visto amiche separate affrontare con incredulità e sgomento la scomparsa del padre non solo dal punto di vista del sostentamento materiale ma affettivo – persino.
Ho quindi voluto chiedere loro come questo sia potuto accadere. Senza alcuna pretesa statistica, solo per presentare una delle infinite possibilità di declinare una separazione.

Giulia: storia di una separazione

“Il mio ex marito è stato un padre molto amorevole. Il primo pannolino l’ha cambiato lui, era lui ad alzarsi di notte, lui che la portava al nido e che spesso restava a casa con lei di sera per permettermi qualche volta di prendere il fiato e uscire con un’amica.
Quando ci siamo separati ha deciso di venire ad abitare esattamente di fronte a casa nostra per poter continuare a portarla all’asilo e poi a scuola e per tenerla con lui a giorni alterni.
I problemi sono iniziati per la quantificazione dell’assegno di mantenimento della figlia, per il quale ha fatto molte storie. Però eravamo ancora nella fase in cui il suo stipendio era molto simile al mio, il suo affitto di casa anche, e la teneva a giorni alterni.
La portava anche a sciare, le faceva fare cose esattamente come quando vivevamo insieme. Greta era attaccata a suo padre in un modo che in questo momento mi fa venire un nodo in gola.
Quando la bambina era in terza elementare, all’inizio di settembre, il mio ex annunciò che si sarebbe trasferito per lavoro all’estero.
Mi crollò il mondo addosso, sapevo che Greta l’avrebbe presa malissimo
Non avevo ancora visto niente.

Da padre amorevole a padre assente

Nonostante guadagnasse tre volte più di me, il mio ex ha voluto conservare lo stesso assegno di quando davvero si occupava di sua figlia al 50% e per ottenere questo risultato mi ha fatto una guerra in tribunale che è durata quattro anni, ci ha portato a un divorzio giudiziale, è costata fra gli avvocati di entrambi più di dieci anni di aumento dell’assegno e si è conclusa con una decisione del giudice che era la mia richiesta iniziale.
In mezzo c’è stato il suo allontanamento fisico, dolorosissimo per Greta, e poi affettivo.
La trasformazione emotiva credo sia stata un suo modo per schermarsi dal dolore, ma quello che vedo oggi è che il papà di Greta riflette su sua figlia – ormai quasi adolescente – i sentimenti negativi che nutre per me.
Il fatto di vivere lontano, di tornare in Italia raramente e la vicinanza di un’altra compagna che non ha mai dimostrato molto desiderio di conoscere Greta lo hanno fatto diventare nei fatti un padre assente.
Avere una figlia adolescente che ha progetti suoi, abitudini sue, fastidi e gusti suoi, ritrovarsela per casa all’improvviso con il suo disordine, le sue rispostacce e tutto l’ambaradan delle adolescenti premestrue non è facile né per lui né la sua compagna e la loro reazione è di insofferenza e rimprovero.

Sminuire la ex moglie: quasi un “passaggio obbligato”

Greta ha i suoi grossi rancori perché pensa che il padre l’abbia abbandonata. Il padre, dal canto suo, mi considera una donna attaccata solo ai soldi e vede in sua figlia una prosecuzione di me.
Io so di essermi sforzata tanto, so di avere fatto sforzi enormi per crescerla da sola in una città in cui non avevo nessuno – nemmeno lui, sforzi fisici, pratici, emotivi, e tutto questo nel mio rapporto con lui (e nel rapporto tra lui e la figlia) non è servito a niente.
Adesso il mio ex e la sua compagna si comportano come fossero una coppia senza figli e con abitudini in cui Greta entra e sconvolge tutto. Lei lo sa, lo sente e non ci vuole più andare. Ha anche capito, con la pubertà, che non è vero che lei per papi resta al primo posto.
Al primo posto c’è Laura, e quando papà dice “cicci” (che è come l’ha sempre chiamata da sempre), e Greta chiede: parli con me? Lui risponde: “No, con Laura”.

Ho maturato la convinzione che per i mariti separati sminuire la ex moglie sia un po’ un passaggio obbligato. Il mio con me è stato molto pesante, non c’è mai eppure non gli va mai bene niente del modo in cui, da sola, tiro su nostra figlia. Non so perché, ma davvero mi pare che giudicare lei sia un modo per continuare a giudicare me. Per fortuna ho un livello culturale e di autostima che mi consentono di non lasciarmi schiacciare, ma non so cos’avrebbe fatto una donna più debole o più esposta economicamente.

È stata dura. Adesso per me meno, ma ora è dura per Greta che purtroppo vede con i suoi occhi di ragazzina ciò che da bambina non vedeva.
Se ho paura che la nostra separazione possa influire sulla vita sentimentale futura di mia figlia?
Temo di sì.
A differenza di mia figlia, io ho avuto davanti agli occhi una coppia-roccia e questo mi ha fatto credere nella possibilità di amarsi solidamente e per sempre anche tra gli scavi del quotidiano. Lei non ha avuto la stesa fortuna e già adesso ha un atteggiamento disincantato verso la vita. Ma non voglio fare profezie. La realtà è che non lo so. Davvero, non lo so.