Lo scorso luglio il Miur ha firmato un’intesa per estendere a tutte le scuole italiane l’iniziativa Il gusto fa scuola, un percorso di educazione alimentare che sarebbe lodevole, se non fosse stato affidato a Federalimentare, il consorzio delle industrie alimentari italiane.

Che ci sia un conflitto di interessi è evidente, poiché molte delle indicazioni date promuovono il consumo di alimenti che sono tutt’altro che sani.

Se guardate il sito Il gusto fa scuola – diviso in tre sezioni, dedicate a insegnanti, famiglie e ragazzi – troverete delle indicazioni allarmanti, assolutamente non in linea con ciò che ormai da anni sostengono gli esperti di nutrizione e di sanità pubblica, indicazioni volte invece a favorire gli interessi commerciali dell’industria alimentare.

Qualche esempio?

Ottimi sembrano essere per la salute – secondo questo sito – i prodotti dolciari, i salumi, gli snack salati, le bevande zuccherate. Certo, poiché l’obiettivo è vendere, tutto va bene, purché venga consumato con moderazione e controbilanciato da una sana attività fisica.

L’argomento mi irrita parecchio, perché l’alimentazione sana (ma sana davvero, non per finta) mi sta molto a cuore: da anni mi adopero per escludere da casa mia e per limitare al massimo fuori casa il consumo di cibi industriali, confezionati, che contengono un eccesso di sale o di zucchero. E questa iniziativa di Federalimentare, che entra direttamente nelle scuole e di conseguenza nelle case, non ha alcun senso – diciamocelo – se non quello, appunto, di mantenere uguali, se non di incrementare, le vendite di prodotti alimentari altamente dannosi per la salute.

Sul sito scienzainrete trovate un’attenta analisi del problema e un appello da firmare, per smascherare l’ambiguità di questa iniziativa e per contrastarla. Un link da diffondere, se l’argomento vi sta a cuore come a me.

Livia

Immagine: www.uthmag.com