Il parto cesareo si riferisce a quella modalità di mettere al mondo un figlio che prevede un intervento chirurgico (attraverso la parete addominale), e non per via vaginale.
Questo tipo di intervento può essere programmato, come nel caso dei parti gemellari o di particolari condizioni patologiche, o essere applicato d’urgenza, anche in fase di travaglio, se la situazione lo richiede (soprattutto in casi di complicazioni per la mamma o per il bambino).

Dal punto di vista clinico è un intervento in tutto e per tutto: richiede una preparazione (fisica) ed un post-operatorio, è praticato generalmente attraverso anestesia spinale o epidurale e la mamma resta sveglia durante l’operazione.

 

Questo tipo di parto è oggi sempre più evoluto e meno invasivo, e sono molti i casi di perfetta ripresa e nessuna complicazione.
Come tutte le cose, se paragonato al parto naturale, ha i suoi vantaggi ed i suoi svantaggi, ed essendo un intervento chirurgico andrebbe scelto soltanto in condizioni di effettiva necessità.

 

Ci sono casi in cui, al momento del parto, il parere medico si rivela favorevole a questo tipo di parto: le motivazioni possono essere molte, e, come abbiamo altrove discusso, posso essere legate a ragioni cliniche o, purtroppo, anche a motivazioni pratiche.

 

Al di là di questo dibattito, ampiamente dibattuto tra questi articoli, vogliamo oggi trattare il caso in cui il cesareo è “necessario” o praticato “d’urgenza”.

 

Un parto con taglio cesareo può essere un’esperienza molto bella: anche se alcune donne lo riferiscono come un fallimento, soprattutto nei casi in cui non hanno scelto di farlo, ha delle caratteristiche che non si distanziano dal parto naturale.

 

Nei prossimi articoli proveremo a discuterne più ampiamente.

 

dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

 

foto: esseredonnaonline.it