Il parto è un’occasione di crescita, ma questo è vero anche per qualsiasi altro momento topico della nostra vita. Molti momenti lo sono, e questo non vuol dire che siano facili da vivere o da attraversare.

Quel che fa la differenza, tuttavia, è proprio la consapevolezza che il momento è importante e che la difficoltà attiva le nostre risorse aiutandoci a superarla.

 

Questa convinzione richiede una grande apertura e molta disponibilità: al cambiamento, alla rivoluzione che avviene dentro ed intorno a noi. Richiede anche molto sostegno da parte delle persone che ci sono vicine e che vengono coinvolte in questo processo non come spettatori ma come protagonisti attivi.

 

Esiste un senso del mistero, che sfiora quasi la “magia”, in ogni momento vissuto coi sensi pienamente aperti, in ascolto di quanto la Vita può essere “potente”. Spesso la nascita suscita questi pensieri.
Stare in contatto con questa esperienza significa essere sintonizzati più sull’ascoltare che sul fare.

 

L’ascolto attento di come stiamo, cosa sentiamo, verso dove propendiamo (che presuppone quindi il non lasciarci imporre l’idea che gli altri hanno di ciò che in quel momento è buono), ci permette di andare nella direzione che è giusta per noi. Questa è l’autenticità: essere in accordo con la propria intenzionalità.

 

La sensazione di mistero e di magia è una sensazione che tocca ogni donna sin dall’inizio della gravidanza: questo ci suggerisce, come precedentemente accennato, che spesso una gravidanza è l’occasione di poter tornare ad un ascolto più attento di noi stesse solo perché è il corpo stesso che ce lo chiede.
Questo equivale ad un momento di apertura: lasciare che le sensazioni diventino per noi un messaggio.

 

Aprirsi, tuttavia, spesso significa anche sentirsi invasi da sensazioni nuove, non del tutto piacevoli, significa rinunciare al guscio protettivo che per necessità e sopravvivenza abbiamo costruito intorno a noi per preservarci da sensazioni troppo intense.

 

Eppure, il senso di tutto questo è che certi momenti importanti, quelli che più volte abbiamo definito “occasioni di crescita“, arrivano proprio attraverso la fatica, lo smarrimento, la confusione.

 

La cosa più comune è quella di “avere paura di avere paura“: e così facendo (volutamente nel gioco di parole) proviamo davvero paura.
Essere sostenuti e accompagnati in questo processo, che è il senso della preparazione al parto, in questi casi diventa una possibilità di non sentirsi né sbagliati né inadeguati davanti al dolore o alla difficoltà.

 

foto: mammedomani.it