Il parto è un processo continuo, che però per comodità possiamo distinguere in varie fasi successive
• I prodromi o fase prodromica
• La fase dilatante
• La fase espulsiva o fase delle spinte
• Il secondamento

Chiamiamo prodromi del parto quelle contrazioni irregolari, che si susseguono senza un intervallo fisso tra loro e senza una durata che possiamo riscontrare come definita. La fase prodromica è molto importante, perché ci avvisa dell’imminenza del parto. Tuttavia, non è saggio correre in ospedale quando avvertiamo queste contrazioni di tipo preparatorio, perché il travaglio attivo non è ancora instaurato e normalmente a questo stadio la bocca uterina non mostra un’apprezzabile dilatazione.

La fase dilatante coincide, come dice la parola, con la dilatazione della cervice uterina, ovvero della “porta” verso il basso dell’utero. Le contrazioni progressivamente più lunghe e ad intervalli regolari,ma sempre più serrati, coincidono proprio con questo lavoro che l’utero deve fare per cambiare la sua forma per permettere il passaggio del bambino.

La durata delle contrazioni “valide” ovvero quelle che riescono a operare questo lavoro è almeno 40 secondi. La durata di ogni singola contrazione si allunga progressivamente, ma gradualmente, e alla stessa maniera si accorcia l’intervallo tra le contrazioni: prima ogni 10 minuti, poi gradualmente la distanza si accorcia a ogni 8minuti e così via.

Tra una contrazione e l’altra il dolore cessa e la donna può recuperare. Non è raro, specie se il travaglio avviene di notte, che ci si addormenti in attesa della prossima contrazione. Anche il bambino contemporaneamente sperimenta una piacevole pausa, nella quale le endorfine secrete dal corpo materno lo ristorano e rilassano.

Il travaglio procede con alcune pause fisiologiche, dette fasi di transizione. Prima di arrivare al culmine della fase dilatante (ovvero di affrontare gli ultimi centimetri di dilatazione, che sono i più dolorosi perché le pause sono minime), il travaglio si calma normalmente per un periodo variabile, per consentire alla madre e al bambino di riposare.

La fase delle spinte o fase espulsiva è la fase del parto in cui la madre è più attiva e spinge il bambino verso l’esterno. La sensazione che avvertirete è simile a quella che si percepisce quando bisogna andare in bagno. E’ consigliabile spingere in espirazione e non in apnea, per evitare lacerazioni.

Per finire, dopo la nascita del bambino, la madre espelle la placenta. Percepirete nuove contrazioni, meno dolorose di quelle precedentemente avvertite, e con una breve spinta la placenta uscirà: questo si chiama secondamento, ed avviene normalmente entro un’ora dal parto.

Video a cura di Blogmamma in collaborazione con Openminds corsi pre-parto