Il secondo degli articoli delle mamme che hanno partecipato a “Redattrice per un giorno” è di Monica_Dreams, che ci parla della sua personalissiam “avventura” in sala parto e di quello che succede dopo, i primi giorni (e le prime notti) in ospedale: il primo cambio del pannolino, la prima pappa e poi… sentite cosa racconta:

Alle 9.15 ingresso in sala operatoria vestita di verde con tanto di cuffietta e una pancia enorme che non mi permette di vedere le elegantissime babbucce che ho ai piedi. Un gran bel moro mi si avvicina e penso “wow!” si presenta come l’anestesista e mi mostra la siringa della epidurale e il “wow!” diventa “uh”.

Un tentato svenimento durante la puntura terrorizza il bel moro e l’infermiera che avevo davanti, ma non è niente. Stesa nel lettino gelido un paravento non mi fa vedere il mondo, ma la voce profonda del bel moro mi tranquillizza anche se nel parlare scopro che la moglie è al sesto mese di gravidanza e penso “ecco un altro bronzo di Riace fuori dal mercato!”.

Alle 9.38 si sente un pianto…Vittoria è nata. Me la fanno vedere con la faccia un po’ schiacciata, una valanga di peli in testa e ovviamente gli occhi chiusi. Ago, filo e silicone per chiudermi il taglio; ma l’omino della Saratoga in salopette non l’ho visto entrare in sala operatoria! Immobilizzata dalla pancia in giù mi riportano in camera dove mi aspettano marito e figlia.

L’anestesia nel primo pomeriggio inizia a sparire lasciando spazio a dolori atroci: con un medicinale via flebo mi hanno procurato le doglie e con un altro me le calmano. Il giorno dopo mi fanno alzare e il mondo inizia a girare e quindi mi ristendo. Finalmente riesco ad andare in bagno con la compagnia della flebo e un appoggio umano, altrimenti cado stesa (solo la figura!) per cercare di riprendere sembianze umane.

I dolori non sono terminati: ad ogni piccolo movimento, anche un colpo di tosse le fiamme dell’inferno prendono possesso del mio basso ventre. Per fortuna sono servita e riverita, mi dico. Ma la pacchia dura poco: la seconda notte cacciano mia mamma dalla stanza dicendo che dovevo arrangiarmi: il panico!

Chiamo mio marito per un sostegno morale telefonico, dicendomi che se non riuscivo ad alzarmi e non avevo udienza dalle infermiere di chiamarlo e come Superman arrivava volando. La bambina piange, è l’ora della poppata. Problema: chi le cambia il pannolino? Esame di coscienza: “cara mamma, se vuoi tornare a casa, ignora i dolori, alza il sedere e datti una mossa!”. Mi sono alzata, stringendo i denti, ho preso la piccola, l’ho cambiata e attaccata al seno… ma… ops… piange ancora… ohibo’! Ha fame… mi attacco al campanello per farmi portare il latte artificiale. Finalmente Vittoria mangia e a pancia piena si dorme meglio! La mattina dopo arriva mio marito e mi vede in piedi…e mi dice “vai più forte di Schumacher!”

Per un mese sono andata a passo di lumaca, il taglio ogni tanto faceva male, ma ogni giorno che passava andava sempre meglio. Alla visita di controllo della ginecologa ho chiesto se potevo fare un bagno con idromassaggio e lei mi ha risposto che potevo fare ciò che volevo. Evviva! Ho ricominciato a stirarmi senza paura di scuciture varie e…un’ora di idromassaggio!!!