Se, per istinto materno, si intende quella naturale propensione a prendersi cura di qualcuno, mai conosciuto nessuno meno dotato di istinto materno… di me.

Quando si giocava alle mamme, sceglievo sempre il ruolo della figlia. Più comodo, no? Crescendo, non è cambiato molto: in fin dei conti, cosa poteva esserci di tanto piacevole e divertente nel prendersi cura di un essere che avrebbe cannibalizzato per sempre le mie energie pretendendo continue attenzioni e manipolando il mio tempo? Poi, invece… il tempo di pensare: “beh, quasi quasi…” ed ecco materializzarsi nella mia vita quell’essere che avrebbe cannibalizzato per sempre le mie energie pretendendo continue attenzioni e manipolando il mio tempo.

Avendo tante amiche e praticamente solo colleghe mamme, sapevo bene a cosa sarei andata incontro… Sapevo delle vagonate di pannolini da cambiare, dell’inesorabile diminuzione delle ore di sonno, del tracollo (fortunatamente temporaneo) della libido e di tante altre “amenità” che di certo vi saranno ben note. Sapevo del progressivo dileguarsi del tempo a mia disposizione che mi avrebbe costretto, per dire, a diradare le visite dal parrucchiere e ridurre drasticamente il tempo di posa della maschera nutriente sui ricci.

Insomma, sapevo cosa aspettarmi.

Che l’istinto materno, dunque, sia proprio questa voglia – che, irresistibile, ad un certo punto si affaccia nella tua vita – di diventare mamma nonostante tutto? Che sia questa forza soprannaturale che ti spinge a sopportare stoicamente l’umidità equatoriale e gli spogliatoi super-affollati di una piscina o l’atmosfera da bolgia infernale di una ludoteca la domenica pomeriggio? Ad organizzare (follia!) una festa di compleanno a beneficio di decine di bimbi urlanti e genitori beatamente indifferenti?

Il fatto è che ti rendi vagamente conto che, con un processo lento ma progressivo e soprattutto inarrestabile, la tua vita sta cambiando. Ma, contro ogni tua stessa previsione (e forse anche contro ogni umana logica), ne sei felice. Ecco, forse nella foga di ragguagliarmi con dovizia di particolari su tutte le “controindicazioni” del caso, le mie amiche avevano taciuto proprio sull’ineffabile assioma:

ogni volta che lo vedrai felice, sarai felice anche tu!

(Del resto, diversamente, l’umanità si sarebbe estinta da un pezzo…).

In collaborazione con Mellin Fidati del cuore