Viene comunemente chiamata “dolce attesa”: il motivo è che la dolcezza connota sempre l’incontro con un bimbo, con un neonato. Ma quali sono i vissuti della madre? Anche nei casi di gravidanza molto desiderata, la dolce attesa non è solo dolce, ma anche preoccupante.

I casi per cui questo può verificarsi sono moltissimi, ed è impossibile delinearli tutti. Il motivo è legato al fatto che, come trattato negli articoli precedenti, la gravidanza rappresenta un’esperienza determinante e fondamentale, sia per la donna che per la vita della coppia.
Nello stesso tempo, alla gravidanza e alla genitorialità si arriva con un proprio bagaglio emotivo e personale riguardo ad alcuni temi importanti che confluiscono in questa esperienza.
Aspettare un bambino riguarda senz’altro il proprio modo di sentirsi donna. E’ quasi scontato che maggiore sarà la serenità in cui una gravidanza si verifica, più sereni ne saranno anche gli esiti, ma questa equazione non è del tutto ovvia.
Ci sono dei temi che si “attivano” al momento in cui si resta incinta, e che sembravano inesistenti, latenti, fino a quel momento. Spesso sono temi condivisi, e forse può essere d’aiuto sapere che dubbi, timori e riflessioni appartengono a molte donne.
Innanzitutto esiste un’ansia legata alle trasformazioni del proprio corpo: in misura diversa, tutte le donne riflettono sugli aspetti corporei della gestazione, rispetto a se stesse, al cambiamento, alla salute, alla forma fisica.
Il cambiamento, in pochi mesi, è importante e significativo: cambia il ritmo della nutrizione, del sonno, della deambulazione. Ci sono aspetti relativi al proprio benessere (le difficoltà che la crescita del pancione comporta) e all’accettazione di sé (piacere o non piacere, piacersi o non piacersi).
Un’altra parte del vissuto corporeo riguarda la paura del dolore: quello delle contrazioni, quello del parto, quello dell’episiotomia, e così via.
Quasi sempre le suddette paure non riguardano soltanto gli aspetti descritti, ma sono correlati ad una trasformazione più profonda legata ad un cambiamento radicale e ad una grande prova (è innegabile) da affrontare.
Trattandosi di vissuti psicologici ed emotivi, non esiste un “rimedio” o una “tecnica” che li controlli del tutto.
Il consiglio è quello di permettere a questi dubbi di venire fuori, parlandone non solo con le amiche, il partner, o le persone che ci circondano, ma sopratutto con professionisti del settore che possono sostenere e guidare questo percorso così impegnativo ma importante, che è quello del diventare madre.
Prendere coscienza di alcuni temi che ci riguardano, infatti è importante per prepararsi al momento in cui metteremo al mondo il nostro bambino, e nello stesso tempo, nel contesto adeguato,

chiedere aiuto prepara tutte ad una funzione molto importante che è quella di affidarsi con fiducia: ad un professionista, a qualcuno che si prenda cura di noi, all’esperienza. Ingrediente fondamentale, questo, non solo durante il parto, ma anche nei primi mesi che seguono.

dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta
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