Nel precedente articolo discutevamo dell’utilità di un sostegno psicologico in gravidanza o nel post-partum. Esso, infatti, non è un percorso destinato ai casi di “patologia, al contrario, riguarda proprio quelle situazioni in cui, o per una situazione di vita, o per difficoltà e disagio, ci si ritrova a perdere il senso di serenità o di fiducia in se stessi.

 

L’esigenza di aiuto per una donna in gravidanza può riguardare il bisogno di intensificare la sua rete relazionale e sociale, ricercando tra le risorse già presenti nella sua vita un sostegno specifico e differente rispetto al passato, oppure può riguardare la ricerca di figure competenti e con specifiche funzioni professionali.

 

Le manifestazioni più comuni di disagio (che qui non si intende in senso esclusivamente psicopatologico) vanno dall’ipersensibilità ai mutamenti dell’umore, da quello che è comunemente definito baby-blues  alla  depressione post-partum.

 

Diverse sono le psicosi puerperali ed i casi in cui gravi tensioni e difficoltà si ripercuotono anche sul neonato mettendo a rischio la sua sopravvivenza.

 

L’ideale in questi casi è un approccio che tenga conto di una visione globale  dei vari aspetti della vita della donna, delle sue relazioni, della sua storia.

 

Perché questo cambiamento sia produttivo e positivo per la persona, è necessaria una riflessione che tenga in conto l’unicità dell’evento ed il suo significato.

 

La gravidanza, abbiamo più volte sottolineato, è una delle prove più importanti per una donna e per una coppia: l’impegno su due fronti, fisico e di elaborazione psicologica, lo rendono un periodo breve ma molto intenso, in cui convogliano gli aspetti personali, storici, culturali.

 

L’eccezionalità del momento, è necessario sottolinearlo, rende il periodo della gravidanza come un fervido laboratorio in cui, attraverso delicati equilibri, avvengono continui ri-aggiustamenti nella vita della donna e della coppia.

 

Adattarsi ad un corpo nuovo, modificare la relazione con le famiglie di origine, creare uno spazio fisico e mentale al bambino che è in arrivo: sono solo alcune delle dinamiche che avanzano in soli nove mesi.

 

Corpo e mente sono particolarmente in contatto, nel periodo della gravidanza: risorsa estremamente importante da utilizzare e potenziare, su cui far leva per costruire una buona sinergia tra gli aspetti fisiologici e psicologici, relazionali e spirituali dell’esperienza.

 

Questo momento coinvolge, dunque, tutti i livelli dell’esperienza, e non è un caso che le donne si accorgano della differenza che investe tutti gli aspetti della vita quotidiana, da quelli personali ed affettivi a quelli sociali e professionali.

 

Questa esperienza di sinergia e olismo, intimamente vissuta da ogni donna, dovrebbe essere la modalità con cui approcciarsi al tema, anche da parte degli operatori del settore, da chi opera nel campo delle relazioni di aiuto all’ambito prettamente medico.

 

Se infatti gravidanza, parto, allattamento, hanno in sé degli aspetti prevedibili, universali, perlomeno da un punto di vista strettamente fisiologico, diverso è il modo in cui gli stessi eventi si inseriscono nella storia personale della donna.

 

Per tutte queste ragioni si definisce la gravidanza un evento critico nel ciclo di vita. Per evitare che l’attenzione a questa fase arrivi solo in quei casi in cui ci sono conseguenze gravi o difficoltà che sfiorano nell’emergenza, sarebbe opportuno pensare percorsi di informazione e prevenzione riguardo alla maternità.

 

Questo, non soltanto da parte di enti e strutture di competenza, ma soprattutto ed in primo luogo da parte delle donne, che non sempre sanno guardare a questo momento della loro vita come un’esperienza unica di trasformazione e crescita, che necessita pertanto di attenzione particolare.

 

La medicalizzazione dell’esperienza, infatti, ci porta a parlare di gravidanza più che di maternità, ignorando così quegli aspetti di premessa fondamentale che la gestazione pone nello sviluppo dell’identità genitoriale.

 

Ciò significa che ogni donna può e deve saper riconoscere l’aiuto di cui necessita nel periodo della gravidanza, che racchiude in sè diverse fasi e diverse tematiche. Ed ogni coppia deve poter aver la possibilità di dialogare, riflettere e crescere rispetto alla trasformazione che la genitorialità richiede.

 

dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

 

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