La visione di UP ha scosso moltissimo Lorenzo. E’ tutt’altro che un film per bambini, a pensarci bene. C’è la vita che finisce, la solitudine, il sogno di un figlio perduto, l’amore, ancora la solitudine di un bambino grassottello e abbandonato dal padre, il rifiuto, i miti dell’infanzia che crollano miseramente di fronte alla leggenda vivente di Charles Muntz, diventato vecchio e pazzo. Tante, troppe cose da capire a trentacinque anni, figuriamoci a tre.

Mi ha martellato di domande, soprattutto sulla morte di Ellie, la moglie del protagonista. Dov’è Ellie? E’ andata in cielo, in paradiso. Non l’avessi mai detto. La casa volante è diretta alle Cascate Paradiso e Lorenzo aveva capito che la vecchina fosse lì, che il viaggio fosse finalizzato a riportarla in vita. Quindi al termine del film, quando le sue aspettative sono state disattese, Lorenzo ha pianto, ha aspettato fino alla fine dei titoli di coda per piangere, poi mi ha chiesto di rimettere UP dall’inizio e schiacciare il tasto pause sulla scena in cui marito e moglie sono ancora insieme e felici.

carl ed ellie protagonisti di UP

L’ho messo a dormire ancora turbato.

– Mamma ma chi muore va in cielo?

– Sì.

– E gli uccelli sono morti?

– No amore.

– E gli uccelli dove vanno quando muoiono?

– Gli uccelli scendono a terra.

– E la terra è il paradiso?

– A volte, amore.

Se solo esistesse il tasto pause.

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