In queste settimane vi abbiamo tanto parlato di adozione a distanza, ora ci sembra giusto lasciare la parola a chi ha scelto di fare questa scelta: ce ne parla Paola Marinozzi, mamma a distanza di Mateus, un bimbo brasiliano.

 

Vi abbiamo spiegato chi è Actionaid, poi abbiamo visto come lavora con le adozioni a distanza, riportando alcune testimonianze dei bambini stessi, per capire cosa significa per loro poter contare su un sostegno continuativo, e vi abbiamo anche dato un’idea per Pasqua, regalare un uovo speciale sotto forma di adozione a distanza a un bambino bisognoso.

Tutti questi post li potete sempre trovare nello speciale dedicato al progetto adozione a distanza, in corso di collaborazione fra Blogmamma e Actionaid, una pagina in continuo aggiornamento.

Ora è giunto il momento di lasciare spazio a chi ha già fatto questa scelta, l’unico che può dirvi cosa significhi, quanta gioia, quanta rabbia e quanta voglia di lottare per fare risorgere un mondo migliore ci sono dentro un gesto così importante, eppure semplice.

Paola Marinozzi, una mamma a distanza romana, si è offerta di raccontare e pubblicare com’è stato andare a trovare il suo Mateus, un bimbo brasiliano di Cabo de Santo Agostino (il Brasile è il paese su cui ActionAid chiede una particolare attenzione). Un viaggio che non è stato improvvisato, perché una giusta preparazione non solo degli aspetti organizzativi, ma anche di quelli emotivi è necessaria per la buona riuscita dell’incontro.

Dalle sue parole emerge un mondo vivo che lotta dignitosamente per la sua sopravvivenza, per l’affermazione dei suoi diritti, popolato e sorretto da giovani di buona volontà che instancabilmente si adoperano perché tutti abbiano ciò di cui hanno bisogno e perché le strutture di sostegno alla popolazione locale funzionino a dovere.

Per Paola questo viaggio non ha significato solo conoscere qualcun altro, ma anche conoscere se stessa e quella parte della propria storia che si dà per scontata, riconnettersi a tutti quelli che hanno lottato per garantire alle generazioni future un mondo fatto di diritti, soprattutto per le donne, che in Brasile ancora hanno mille difficoltà, soprattutto quando vogliono un figlio.

La preparazione

«Caro Mateus, a tante lettere che nel corso degli anni mi hai scritto rispondo con questa lettera aperta per raccontarti il viaggio e cosa ha significato per me conoscere te, la tua famiglia i tuoi amici. Non è stato semplice dall’Italia prendere un appuntamento con voi, poiché l’associazione ha bisogno di molto tempo, 5 settimane, per organizzare un incontro.

Questo tempo all’inizio mi è sembrato eccessivo, ma poi una volta sul posto ho capito che è necessario prepararlo con cura: l’arrivo brusco e inaspettato di un socio sostenitore  potrebbe turbare un equilibrio sociale e familiare che l’associazione tiene giustamente a tutelare».

Il giorno dell’incontro: un 8 marzo indimenticabile

«A Recife ci è venuto a prendere in taxi Avanildo, un simpatico e generoso operatore di ActionAid che ci haTestimonianza Marinozzi 3 portato da voi. Prima tappa Cabo de Santo Agostino e il Centro das  Mulheres do Cabo. Nivete, responsabile del Centro, e la giovane attivissima Sara ci hanno accolto con sincera cortesia e attenzione dandoci tutte le informazioni utili per conoscere la storia e l’importante ruolo che il centro svolge  nella vostra comunità: far prendere coscienza a voi giovani e soprattutto alle vostre madri quanto sia importante conoscere i propri diritti, diritti fondamentali per tutti.

Diritto all’istruzione, diritto al lavoro, diritto a una casa, diritto al rispetto l’uno per l’altro e dunque alla non violenza e all’uguaglianza tra uomo e donna. Spero che tu abbia già capito quanto sia importante rispettare tua madre e tua sorella e quanto sia giusto avere una scuola vicino casa tua con bravi insegnanti che ti insegnino a leggere e a scrivere. Perché soltanto così potrai diventare un individuo sano e consapevole. È un tuo diritto come lo è stato per me».

Piacere, Mateus!

Testimonianza Marinozzi 2«In tarda mattinata vi abbiamo raggiunto in un bel cortile. Eravate tutti seduti su un telo coloratissimo, così belli e allegri e stavate preparando un gioco. Ti ho cercato tra tante faccette sorridenti di bambini pieni di vita e curiosità e poi ti ho riconosciuto, ancora più carino delle foto, dolce e delicato ma anche molto riservato.

Non so che impressione io ti abbia fatto, ma sicuramente ti ha incuriosito rivedere tutti quei disegni e quelle letterine che nel corso di sei anni mi avevi mandato.

La tua sorellina Karem è spigliata: nonostante le nostre lingue incomprensibili qualche battuta siamo riuscite a scambiarla. E c’era tua mamma, una giovane donna dolce e silenziosa, venuta anche lei ad accogliermi assistendo tutto il tempo alla festa. Abbiamo giocato con voi, vi ho illustrato il libro su Roma Antica donato alla scuola e poi ho recitato una poesia dei miei trascorsi teatrali: mi ha fatto molto piacere vedere sorpresa e divertimento nei vostri volti, la lingua a quel punto non era più un ostacolo.

Le attività svolte, la visita poi alla scuola, l’ambiente in cui vivete e il corpo insegnante da cui siete seguiti, insomma tutto il contesto mi ha fatto una buona impressione. C’è allegria tra voi, c’è povertà, ma non  miseria, come invece ho trovato in Africa o in India».

Testimonianza Marinozzi 1

Una manifestazione per i diritti delle donne

«La giornata si è conclusa con la manifestazione dell’8 marzo su un viale a marciare con Sara in corteo a suon di percussioni e di un’orchestra di sole donne: “diritto all’uguaglianza, diritto al lavoro, diritto alla non violenza, diritto all’aborto, diritto al divorzio!”, chiedevano ad alta voce… Insomma, quei diritti per i quali le donne di tutto il mondo da secoli combattono e ancora stanno combattendo».

Conoscere è conoscersi

«Io lì ho visto la mia fortuna: sono nata in un Paese in cui quelle stesse marce le avevano fatte altre donne molti anni prima per me e oggi io ne sto raccogliendo i frutti, ma ho anche imparato a coltivarli. Tocca ora a voi, caro Mateus, e cara Karem (la tua sorellina), dovrete fare voi quello che fecero i miei predecessori: impegnarvi per la dignità, per il benessere di tutti, per il rispetto del vostro cuore e del vostro pensiero, lottare per un mondo più consapevole, poiché un cuore batte dentro ognuno di noi e in ogni cuore c’è un motore, il motore dell’universo, del nostro universo».

 

Fonte immagini: archivio personale di Paola Marinozzi

[actionaid]