I genitori di adolescenti dovrebbero essere sensibili a questo tema: spesso i ragazzi sembrano eternamente insoddisfatti. Ci riferiamo a tutti quei casi in cui mostrano di non essere contenti di come sono (soprattutto fisicamente) o di come sta andando la loro vita.

L’insoddisfazione può essere legata ad un basso livello di autostima che è frequente nell’adolescenza, e che rientra in una specie di stato “ansioso”, di solito occasionale ma che può diventare costante ed abituale.

La cosa più preoccupante delle suddette dichiarazioni è che talvolta diventano estreme. Si inizia con un sentimento di imbarazzo, tipico di questa età, o altrettanto con una sensazione di “noia” (così viene definita) che può portare i ragazzi a provare qualcosa di impulsivo per sfuggire a queste sensazioni , vissute come causa di infelicità.

Nella maggior parte dei casi sono ragazzi che desiderano essere diversi da come sono, che non si sentono all’altezza, o che non si sentono in forma.

Sentimenti come la frustrazione o la rabbia, a seconda che si dirigano verso l’interno o verso l’esterno della persona, possono avere effetti diversi. Nel primo caso la persona formula pensieri del tipo “ho sbagliato”, “ho fallito”, “non sono buono a nulla”, “è ingiusto”, “non era quello che mi aspettavo”, non andrà mai meglio”.

L’unico modo vincente di affrontare questo problema che riguarda gli adolescenti è ascoltare questa insoddisfazione con ascolto empatico e considerandola qualcosa che conta davvero. Mai pensare che sia una sciocchezza transitoria, e nel contempo non drammatizzare troppo.

L’insoddisfazione si radica in un percorso di crescita.
Verso i 9-13 anni i nostri figli non si sentono più a loro agio nella definizione di “bambini”. Lo dimostrano, di solito, con le parole o con le azioni.

Nella sua accezione più positiva, l’insoddisfazione è un forte motore per la voglia di cambiare: li porta ad agire in modo più adulto, ma nello stesso tempo li rende più insofferenti quando viene loro detto cosa si deve o non si deve fare.

Così in famiglia ci si trova ad affrontare una sorta di “resistenza” alle regole, oppure grandi argomentazioni e dibattiti riguardo ad esse. L’insoddisfazione appartiene anche ai genitori che devono affrontare questo cambiamento, toccando così entrambi i lati di una relazione.

Genitori troppo esigenti, solitamente, sono fonte di insoddisfazione per gli adolescenti, ma sono insoddisfatti a loro volta.

Ci sono casi in cui i genitori investono molto sui propri figli: questo fa sì che loro si aspettino una sorta di “ritorno”, in termini di alte prestazioni sia in termini di profitto scolastico che di comportamento.

Quando inevitabilmente il livello di prestazione scende (come è normale che possa accadere), quando commettono degli errori, si comportano in modo scorretto, o entrano in contrasto con i valori dei propri genitori, i genitori possono provare un senso di delusione che diventa palese anche al ragazzo.

In questo caso, l’insoddisfazione dei genitori è estremamente dannosa. Il ragazzo percepisce di aver perso l’amore agli occhi dei genitori, e sente che non sa come recuperarlo. Il suo pensiero diventa  “i miei genitori sono sempre scontenti di me”.

Esistono altre cause al sentimento di frustrazione giovanile, di cui parleremo nel prossimo articolo, ma non bisogna mai sottovalutare l’importanza dei messaggi positivi e di incoraggiamento da parte dei genitori.

Per quanto possano sembrare scontrosi e desiderosi di lontananza dalla famiglia, i nostri ragazzi hanno bisogno di aiuto per … imparare a volare.

Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

foto: psicologo.girlpower.it