Esiste un istinto materno? Il mondo si divide oggi esattamente a metà: tra coloro che sostengono il sì, e coloro che non ne sono poi così convinti. Ci sono molti libri, scritti da professionisti del settore o anche di tipo esperienziale, che dibattono su questo tema, e si interrogano su un tema molto profondo, quello che parla di amore materno.

Un sentimento che pare biologicamente determinato, e che porta a creare un legame con la prole, ma che si declina attraverso tutte le differenze individuali e soggettive.

Ci sono delle madri che faticano ad accettare il proprio ruolo, che vivono l’esperienza della maternità come improvvisa, che non riconoscono il nuovo nato immediatamente come proprio. Altre, al contrario, vivono l’esperienza con grande intensità, gioia, soddisfazione.

Esistono madri migliori o peggiori?
Tolti i casi estremi, in cui la madre diventa inadempiente (incapace di provvedere alla sopravvivenza del piccolo) o arriva persino a togliergli la vita, c’è molta difficoltà ad accettare che l’amore materno non sia innato o incondizionato.

Questo retaggio culturale è sicuramente legato alla “sopravvivenza della specie” non meno di tanti altri comportamenti: è ovvio che vivere in un sistema di riferimento che intende la maternità come “sacra” assicura la nascita e la sopravvivenza dei piccoli.

Non è un caso che la perdita della “sacralità genitoriale” coincide con un periodo in cui è forte in calo demografico. E’ anche vero, però, che la maternità (o la paternità) si impara: allevare un figlio, conoscerlo, amarlo, si impara all’interno di uno scambio relazionale.

E’ importante sapere che la nascita di un figlio può essere un’esperienza che disorienta, confonde, ci trova impreparate. E’ importante sapere che non c’è niente di male ad ammetterlo, e che molte donne si sono trovate in questa esperienza.

Questo può essere un primo ma fondamentale passo nel riconoscere i propri vissuti, e aiuta a collocarli in un percorso in cui questa difficoltà iniziale è solo un passo. Non dura per sempre. Si cambia, si cresce, si impara.

Si attivano le proprie risorse, si trova infine il proprio modello di maternità.

dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

foto: mamma.pourfemme.it