Una recente ricerca condotta dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da), ha messo in luce che in Italia più del 70% delle donne ha provato a curarsi con l’omeopatia, con positivi riscontri. La medicina fondata da Hahnemann è in una fase di crescita nel nostro paese, ma pare siano soprattutto le donne a fidarsi dei rimedi omeopatici, utilizzati nella maggioranza dei casi per far fronte alle malattie influenzali e da raffreddamento o per rafforzare le difese immunitarie. Dall’indagine è però emerso che sono in molte a non sentirsi adeguatamente informate in merito. Sul campione di 1000 partecipanti di età compresa tra i 25 e 54 anni, meno di una su cinque lamenta proprio la mancanza di informazioni. Il 65% delle intervistate ritiene ancora troppo scarso il riconoscimento dell’omeopatia, mentre il 37% considera problematica l’assenza del foglietto illustrativo nella confezione, che ne favorirebbe un più facile ed efficace utilizzo.

Spesso, come spiega la Dott.sa Stefania Piloni – Medico specialista in Ginecologia e Ostetricia e docente di Medicina Complementare, Omeopatia e Fitoterapia presso l’Università di Milano – le donne si avvicinano alla “medicina dolce” durante la gravidanza, quando la maggioranza dei farmaci tradizionali è bandita per via degli effetti indesiderati. I medicinali omeopatici, considerati prodotti naturali, non hanno invece controindicazioni.

L’omeopatia è un metodo diagnostico e terapeutico basato sulla “Legge dei Simili” -continua la Dott.ssa Piloni- che afferma la possibilità di curare un malato somministrandogli una o più sostanze in diluizione che, somministrate in dose ponderale (concentrate) a una persona sana, riprodurrebbero i sintomi caratteristici del suo stato patologico. Il concetto è ben espresso dalla frase latina Similia similibus curentur, ossia il simile cura il simile: una sostanza che a dose concentrata provoca alcuni sintomi potrà, a dose molto diluita, curarli.

Il compito del medico omeopata è dunque cercare quel rimedio che normalmente, in un individuo sano, provocherebbe una malattia analoga a quella che il suo paziente accusa. L’operazione richiede tempo e attenzione, ecco perché l’omeopata compie una raccolta di dati molto dettagliata, che parte dalla classica anamnesi medica e poi si allarga a tutti gli aspetti della vita del paziente: il temperamento, il suo grado di reattività alla patologia, la sua emotività, l’atteggiamento.

Per questo possiamo affermare che i medicinali omeopatici sono declinati alle persone e alle loro patologie non solo alla patologia stessa. Si tratta di una “Medicina del racconto”, profondamente dedicata all’ascolto del paziente, che spesso stabilisce un’alleanza terapeutica molto forte con il medico.